La Web Tax è alle porte, ma l’Italia rinvia le scadenze a metà maggio
Lo si legge in una nota pubblicata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze
10/03/2021 di Enzo Boldi
Il secondo rinvio è stato comunicato ufficialmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La Web Tax Italia trova un nuovo ostacolo nella sua applicazione, ma la prospettiva va ben oltre. Il piano, come appare evidente anche dalle dichiarazioni programmatiche di Mario Draghi, è quello di entrare nell’ottica della convergenza con gli altri Paesi, basandosi sulle sugli obiettivi dichiarati dall’Ocse e dal nuovo atteggiamento dell’amministrazione Biden nei confronti dell'”approdo sicuro” per i giganti del tech.
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«Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che è in corso di redazione il provvedimento che modificherà i termini per il versamento dell’imposta sui servizi digitali introdotta con la legge 30 dicembre 2018, n. 145, articolo 1, commi da 35 a 50, e per la presentazione della relativa dichiarazione – si legge nella nota pubblicata dal Mef -. La modifica fissa i nuovi termini per il versamento dell’imposta e per la presentazione della relativa dichiarazione rispettivamente al 16 maggio e al 30 giugno dell’anno solare successivo a quello in cui si verifica il presupposto d’imposta. I nuovi termini di versamento e dichiarazione si applicheranno anche in sede di prima applicazione della norma in luogo di quelli prorogati, rispettivamente al 16 marzo 2021 e al 30 aprile 2021, con il DL 15 gennaio 2021 n.3».
Web Tax Italia, rinviate le scadenze di due mesi: cosa succede ora?
La Digital service tax, meglio conosciuta come Web Tax, è stata introdotta in Italia con la legge di Bilancio 2019. Originariamente la prima scadenza per i versamenti era stata fissata per il 16 febbraio del 2021, ma lo scorso 15 gennaio era stata procrastinata di trenta giorni. Ma l’imposta non sarà versata dai giganti del web neanche nel mese di marzo. Come si evince dalla nota del Mef, il tutto è stato rinviato al 16 maggio 2021.
Il piano Ocse e il ruolo degli Stati Uniti
Maggio chiama l’estate. E proprio in quella stagione potrebbe arrivare, dopo un lungo peregrinare, l’accordo tra i Paesi Ocse e gli Stati Uniti che, dal canto loro, si sono impegnati a rimuovere le barriere poste da Donald Trump cancellando il concetto di “approdo sicuro” che – fino a questo momento – permette ai colossi di scegliere se versare le imposte (in modo egualitario) ai singoli Paesi dell’Ocse o negli USA. Insomma, un rinvio della Web Tax Italia che sembra essere propedeutico a quel che accadrà (o dovrebbe, al netto di intoppi) a livello globale. E per il nostro Paese, come spiega il Sole 24 Ore, tutto ciò avrebbe un valore che supera i 100 milioni all’anno.