Google risponde alla digital tax: +2% delle tariffe sulla pubblicità

Succederà in Francia e in Spagna, dove il regime fiscale prevede prelievi per i colossi del web

05/03/2021 di Redazione

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, soprattutto se questa stessa azione è fatta contro Google. Il colosso di Mountain View ha trovato il modo di compensare la voce di bilancio legata alla digital tax in alcuni Paesi come la Francia e la Spagna: nelle scorse ore, infatti, il gigante del web ha annunciato che innalzerà del 2% le tariffe degli annunci pubblicitari che il motore di ricerca mette a disposizione.

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Digital tax e risposta di Google

La digital tax, in Francia, è attiva dall’estate del 2019: in quella circostanza il parlamento transalpino decise di applicare un’aliquota del 3% sul fatturato dei big del mercato digitale operativi in Francia. Questi big del mercato digitale – per rientrare in questo elenco di soggetti tassati – dovevano produrre ricavi da 750 milioni di euro in più, una parte dei quali prodotti in territorio francese. La Spagna aveva seguito l’esempio del Paese confinante nell’autunno dello stesso anno: i criteri di tassazione erano decisamente simili, ma l’aliquota del 3% doveva essere corrisposta ogni tre mesi.

Tutto sommato, situazioni più o meno assimilabili, che hanno portato Google a comportarsi di conseguenza. Mountain View, infatti, ha fatto sapere che applicherà un aumento del 2% delle tariffe sugli spazi pubblicitari per le aziende al fine di «coprire una parte del costo dell’adeguamento alle leggi in materia di tasse sui servizi digitali in Francia e Spagna». Una mossa che ha lasciato spiazzati i responsabili dei grandi agglomerati industriali dei due Paesi che hanno immediatamente intravisto la possibilità di una contrazione degli investimenti in questo settore.

La notizia è stata riportata dall’Afp che ha chiesto un commento ulteriore a Google che, tuttavia, ha declinato l’invito. Le grandi compagnie stanno conducendo delle battaglie sempre più serrate contro le istituzioni nazionali, in modo particolare in Europa. La tensione continua ad aumentare e la sensazione è che – prima o poi – una sorta di battaglia commerciale che coinvolgerà le grandi compagnie del web si abbatterà sul continente, così come è successo – ad esempio – in Australia.

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