Conte ottiene la fiducia, il commento di Vittorio Feltri: «Più che timoniere è un maggiordomo»

Il governo giallorosso ha ottenuto la fiducia anche al Senato, conquistando 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti. L’aula di Palazzo Madama si è trasformata, per la seconda volta, nel ring dialettico tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. L’ex vicepremier sostenuto dai suoi che urlavano «traditore» al premier, e il Pd che applaudiva l’avvocato del popolo, che tutto sommato è riuscito a mantenere la sua vena pacata e rispettosa nonostante i forti attacchi. Una calma che secondo Vittorio Feltri non è da elogiare, anzi.

Conte ottiene la fiducia, il commento di Vittorio Feltri: «Più che timoniere è un maggiordomo»

Il discorso tenuto da Giuseppe Conte secondo Vittorio Feltri è stato un «eloquio vacuo, zeppo di aggettivi e avverbi, molto gradito perché invoglia i fighetti al rispetto del politicamente corretto». Lo scrive nel suo editoriale su Libero all’indomani del voto di fiducia ottenuta dal governo Conte 2 al Senato. Giuseppe Conte viene accusato dal giornalista di essere un voltagabbana, che «fino a ieraltro ha approvato le scelte brusche di Salvini» e che ora invece «ha svoltato» infatuandosi «dei nemici degli ex amici, una retromarcia clamorosa e disdicevole». Il direttore condanna anche Nicola Zingaretti e Movimento 5 Stelle per aver «improvvisamente stabilito un rapporto quasi affettuoso» dopo essere stati in disaccordo «perfino sulle previsioni meteorologiche». Una alleanza frutto della necessità di combattere «Salvini e Meloni» che «minacciavano di impadronirsi della scena» portando Pd e M5S «a prostituirsi e a rinnegare se stessi». Insomma, Feltri elimina il binomio «coerenza e dignità» dal vocabolario di questo governo, insistendo sull’ipocrisia e sull’incoerenza, tanto da dire che questo «gabinetto assomiglia molto a un cesso». E su Giuseppe Conte il giudizio finale è spietato: altro che timoniere come si è presentato, «si è rivelato un maggiordomo. E i maggiordomi si licenziano facilmente».

(Credits immagine di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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