L’immunologa Viola smentisce Conte: “Nessun vaccino nel 2020”

Ospite a Otto e Mezzo la dottoressa ha bocciato un chiusura generalizzata sottolineando l'importanza dei comportamenti individuali

22/10/2020 di Redazione

L’immunologa Antonella Viola sul Covid smentisce Conte. Se il presidente del Consiglio aveva infatti invitato gli italiani a essere pazienti ma fiduciosi per l’arrivo del vaccino entro il 2020, la dottoressa dell’Università di Padova, dagli schermi di Otto e Mezzo, ha sottolineato che l’unica cosa che ci sarà entro la fine dell’anno è “l’approvazione” di un vaccino, mentre le prime dosi arriveranno solo in primavera e non saranno risolutive da subito.

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L’immunologa Viola sul Covid responsabilizza gli italiani

Ospite del programma di La7 condotto da Lilli Gruber, l’immunologa Viola sul Covid come detto ha smentito le dichiarazioni del presidente del Consiglio sul vaccino pronto a fine anno spiegando che le prime dosi arriveranno “in primavera” e puntualizzando che comunque “non sarà risolutivo da subito”. La studiosa dell’università di Padova ha quindi voluto sottolineare l’importanza dei comportamenti individuali spiegando che contro il virus servono “tanti auto-lockdown” e bocciando “una chiusura generalizzata” che potrebbe “non avere troppi benefici” perché “non abbiamo subito l’estate davanti”. Commentando i dati di oggi invece, con i quasi 2mila casi a Milano, Viola sul Covid nelle grandi città ha parlato di “fenomeno mondiale” anche perché “nelle metropoli i contatti sono più frequenti” definendo anche “giuste le misure a livello territoriale”.

Non solo l’immunologa Viola sul Covid

A Otto e Mezzo però non c’è stato spazio solo per l’immunologa Antonella Viola sul Covid, con Marco Travaglio che proprio sul tema del lockdown totale e della volontà del governo di evitarlo ha concordato con la dottoressa che “servono i giusti comportamenti individuali” aggiungendo però che “se a fine mese non si abbasserà la curva sarà inevitabile chiudere”. La discussione si è però surriscaldata sul tema Milano, con Alessandro Sallusti che ha giustificato la scelta della Regione Lombardia di introdurre il coprifuoco come “l’ultima misura possibile per salvare capra e cavoli”, attaccando poi il direttore del Fatto Quotidiano per aver definito l’ospedale in Fiera “una spesa inutile”. Accuse alle quali Travaglio ha risposto che “sono stati i medici a criticare” sottolineando che “serve una sanità che funzioni!”.

Uno scontro che si sposta sul fronte politico, col direttore del Giornale che ha difeso la gestione della pandemia in Lombardia da parte del presidente Fontana sottolineando che anche Zingaretti “sta adottando le stesse misure per il Lazio”. Una posizione che Sallusti ha ribadito più volte accusando il governo di fare “scarica barile!” davanti alle dichiarazioni di Michela Murgia che aveva definito il coprifuoco deciso in Lombardia come “una dichiarazione di resa”.

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