Il video che spiega come è cambiata la prospettiva di medici e infermieri sui negazionisti

Nella lettera di un'infermiera che racconta la sua personale esperienza con il negazionismo è racchiuso il vissuto di tanti operatori sanitari

11/01/2021 di Ilaria Roncone

Se ai tempi della prima ondata il mantra era rispondere all’odio e al negazionismo con l’amore e con i dati, lavorando a testa bassa per salvare quante più vite possibile, con l’arrivo della seconda ondata lo spirito di medici e infermieri si è inevitabilmente incrinato. Se all’inizio erano eroi, celebrati per il loro lavoro e il loro essere sempre in prima linea, con il tempo si sono moltiplicati gli episodi di odio nei confronti della categoria, quasi come se da loro dipendesse il fatto di non poter tornare alle nostre vite di prima. Nei mesi, inoltre, invece che andare scemando il fenomeno del negazionismo ha acquisito nuova forza – complice la diffusione social – lasciando tanti operatori sanitari increduli e con l’amaro in bocca. Un sentire che è stato espresso in un video lettera infermiera negazionisti.

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Il video lettera infermiera negazionisti

L’infermiera che ha prestato volto, esperienza e famiglia per la realizzazione del video è Filomena Ferraiuolo, sposata con Cristina Valli – che lavora come chirurgo – con la quale ha tre figli. Lei è l’autrice della lettera che viene raccontata in questo video, quella che condivide il suo personalissimo vissuto che, andando a guardare, tanto personale non è perché può essere la storia di tanti infermieri e tanti medici che dallo scorso febbraio sono stati costretti a turni massacranti in corsia vedendo, in prima persona, che cosa significhi il coronavirus quando non passa.

«Oggi è il 26 ottobre e io ricomincio a vestirmi da astronauta ma sono stanca»

Il racconto di Filomena, nella prima parte, è pieno di speranza e di voglia di aggrapparsi a quei pochi momenti di bellezza che – ancora durante la prima ondata – le permettevano di andare avanti. Tutto cambia con la seconda, quando si deve comunque vestire da astronauta, comunque fare turni estenuanti ma è stanca: «Come molti dei miei colleghi, sono arrabbiata. Sento commenti negazionisti dappertutto. Vorrei solo che qelle poche regole che abbiamo imparato in quei giorni fossero state rispettate in questi mesi di quiete prima della tempesta. Forse non saremmo in questa situazione».

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