Libero apre le porte alla via della Seta: «Meglio i cinesi degli islamici»

Pecunia non olet, ma serve per riportare in prima pagina un non-problema che, però, mira a colpire la cosiddetta ‘pancia della gente’. E così Libero ha deciso di tornare a utilizzare un titolo forte e inopportuno per parlare degli accordi Italia-Cina per quella che è stata denominata – ancora una volta – la via della Seta. Secondo Pietro Senaldi, direttore responsabile del quotidiano di Vittorio Feltri, è meglio aprire la porta ai cinesi che agli islamici.

I tentativi di accordo tra i due Paesi sono in fase di continuo progresso, nonostante il parere negativo dell’Unione Europea, gli ammonimenti lanciati come chiari segnali dagli Stati Uniti – che ha ancora attivi i dazi con la Cina – e le perplessità interne mostrate dallo stesso Matteo Salvini. Il Movimento 5 Stelle, invece, vuole portare avanti questi accordi, anche dopo il viaggio di Luigi Di Maio in Oriente di qualche mese fa.

Libero e quel titolo razzista a favore della via della Seta

Come detto, i soldi non hanno odore. «Noi di Libero – scrive Pietro Senaldi -, ovviamente, da sempre stiamo con l’Occidente e gli Usa e siamo totalmente a difesa della nostra civiltà e del nostro stile di vita. Però amiamo essere controcorrente e farci domande e il coro che si è levato contro la via della Seta da destra e sinistra e dalla Ue, con dotte argomentazioni di chi in genere ce la mette in quel posto, ci porta a farci tante domande».

«Meglio gli occhi a mandorla degli islamici»

E le argomentazioni di Libero sono sempre le stesse: meglio aprire le porte agli «occhi a mandorla» che agli islamici. Secondo Pietro Senaldi la bacchettata arrivata dall’Europa è incoerente dato che «per non turbare l’Islam toglie il prosciutto dai menu delle scuole e tollera i burqa, le piscine per sole donne, l’abolizione della festa di Natale negli asili, le preghiere ad Allah in piazza Duomo».

(foto di copertina: ANSA/MOURAD BALTI + prima pagina di Libero Quotidiano di mercoledì 13 marzo 2019)

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