L’Eco di Bergamo rivela: «Nel verbale del 3 marzo il Cts chiese la zona rossa per Alzano e Nembro»

Successivamente, il governo prese un'altra decisione

07/08/2020 di Gianmichele Laino

Il verbale 3 marzo non è tra quelli desecretati richiesti dalla fondazione Luigi Einaudi. Tuttavia, L’Eco di Bergamo ha avuto modo di accedere a quel documento e di affermare che il comitato tecnico-scientifico, in quella data, aveva chiesto al governo di istituire la zona rossa ad Alzano e Nembro, i due comuni della Bergamasca che erano stati sul punto di essere chiusi dall’esecutivo (con l’invio dei militari dell’esercito) e che furono chiusi soltanto in seguito al provvedimento nazionale di lockdown di una settimana dopo.

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Verbale 3 marzo del comitato tecnico-scientifico su Alzano e Nembro

A quanto pare, nel verbale 3 marzo, il comitato tecnico-scientifico aveva chiesto la zona rossa ad Alzano e Nembro, formulando così la richiesta: «Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue». E poi ancora: «I due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio».

Verbale 3 marzo, cosa si sapeva già

Una decisione che poi il governo non adottò o adottò in maniera diversa. Del resto, il fatto che il comitato tecnico-scientifico propendesse per una zona rossa ad Alzano e Nembro è cosa nota ed è stato oggetto delle indagini della procura di Bergamo sul tema. Come ricostruito anche da Giuseppe Conte e dai ministri Speranza e Lamorgese, che sono stati sentiti dalla pm di Bergamo Maria Cristina Rota, la decisione successiva fu quella di mettere in lockdown l’intero Paese.

Quest’ultima decisione – lo si è scoperto nella giornata di ieri – fu una decisione politica e non prettamente tecnica: ancora nel verbale del 7 marzo (l’ultimo a essere desecretato prima del lockdown) il comitato tecnico-scientifico pensava di istituire alcune aree rosse e altre con delle misure di contenimento meno stringenti, soprattutto nel sud Italia. Ma il governo decise per il lockdown totale, cosa che – secondo il viceministro della Salute Sileri – salvò 600mila vite umane.

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