E ora chi lo spiega a Salvini che la pm di Bergamo non ha detto che la zona rossa era responsabilità del governo?

12/06/2020 di Redazione

Soltanto qualche ora prima, dal suo tour siciliano tra le ciliegie locali e le conferenze stampa con gli esponenti isolani del Carroccio, Matteo Salvini aveva detto: «Riporto le parole della pm di Bergamo che ha affermato come la decisione sulle zone rosse fosse di natura governativa». Non deve girargli molto bene, se – nel pomeriggio – lasciando Palazzo Chigi, la pm Bergamo Maria Cristina Rota ha corretto le sue affermazioni e, di conseguenza, tutta la campagna avviata dal centrodestra (compreso quello maggioritario in Regione Lombardia) sull’audizione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese sulla mancata istituzione delle zone rosse ad Alzano e Nembro.

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Pm Bergamo: «Non sono parole mie quelle sulla ‘decisione governativa’ relativa alle zone rosse»

Ai cronisti presenti, la pm Rota ha detto: «Io avevo affermato che dalle dichiarazioni che avevamo in atto, c’era quella in quel momento. Oggi non ho altro da aggiungere». Dunque, la pm non ha mai pronunciato la frase – pure riportata da diversi organi di stampa dopo l’audizione di Attilio Fontana e di Giulio Gallera a Bergamo – che assegnare le zone rosse ad Alzano e Nembro fosse una decisione governativa.

Invece, ha descritto il clima in cui si sono svolte le audizioni di oggi con il presidente del Consiglio e con i ministri Speranza e Lamorgese: «Le audizioni si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima collaborazione istituzionale». Poi, il magistrato ha lasciato Palazzo Chigi e si è detta pronta a rientrare al più presto a Bergamo con i nuovi elementi acquisiti nella giornata di oggi.

«Oggi abbiamo sentito come persone informate sui fatti il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro della Salute e il ministro dell’Interno – ha detto -. Le audizioni si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima di collaborazione istituzionale. Ora noi ce ne andiamo, grati di quelle dichiarazioni, a completare il nostro lavoro».

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