Secondo il Wall Street Journal, i dati degli utenti di Grindr sarebbero in vendita da anni

Le posizioni degli iscritti all'app di incontri gay sarebbero, almeno dal 2017, state raccolte e cedute per mezzo di reti pubblicitarie

02/05/2022 di Martina Maria Mancassola

In vendita i dati degli utenti di Grindr: secondo il Wall Street Journal, movimenti e posizioni precisi di milioni di utenti di Grindr sarebbero stati raccolti da una rete pubblicitaria digital per essere venduti. Le informazioni raccolte sono state disponibili per la vendita almeno dal 2017 e i dati fino a quel momento potrebbero ancora essere ottenuti. L’app, dal canto suo, due anni fa ha interrotto il movimento di dati sulla posizione verso qualsiasi rete pubblicitaria, bloccando la possibilità di raccogliere dati oggi. La disponibilità per la vendita dei dati e delle informazioni personali, mai segnalata prima, mostra molti dettagli intimi degli utenti (non relativi ai loro nomi o numeri di telefono, ma a loro incontri in base alla vicinanza reciproca dei loro cellulari, all’identità di persone, luoghi di lavoro e indirizzi di casa, abitudini, e così via) che possono essere raccolti dai dispositivi mobili ed utilizzati.

In vendita i dati degli utenti di Grindr: che cosa ha scoperto il WSJ

Il portavoce di Grindr, in una nota, ha dichiarato che: «dall’inizio del 2020, Grindr ha condiviso meno informazioni con i partner pubblicitari rispetto a qualsiasi delle grandi piattaforme tecnologiche e alla maggior parte dei nostri concorrenti», aggiungendo che la società paga un prezzo per la riduzione dei dati condivisi – compresa una minore qualità degli annunci per gli utenti e minori entrate -, e che «le attività che sono state descritte non sarebbero possibili con le attuali pratiche sulla privacy di Grindr, che abbiamo messo in atto per due anni». Tuttavia, è un’indagine del Wall Street Journal (WSJ) a far luce sulla raccolta e vendita, tramite reti pubblicitarie, sin dal 2017, delle informazioni degli utenti Grindr. Grindr è stata una delle prime applicazioni «geosociali» per uomini gay quando è stata lanciata nel 2009, – definita dalla stessa società «the world’s largest social networking app for gay, bi, trans, and queer people» -, permettendo agli utenti di creare un profilo personale e condividere la propria posizione GPS. Nella sezione «about us», la piattaforma dichiara che: «oggi, Grindr rappresenta con orgoglio uno stile di vita LGBTQ moderno che si sta espandendo in nuove piattaforme. Dalle questioni sociali ai contenuti originali, continuiamo a tracciare percorsi innovativi con un impatto significativo per la nostra comunità. In Grindr, abbiamo creato uno spazio sicuro in cui puoi scoprire, navigare e allontanarti a zero piedi dal mondo queer che ti circonda».

Secondo l’indagine del WSJ, però, da anni le posizioni degli utenti sarebbero state vendute: «i movimenti precisi di milioni di utenti dell’app di incontri gay Grindr sono stati raccolti da una rete pubblicitaria digitale e resi disponibili per la vendita, secondo persone che hanno familiarità con la questione». Nell’indagine si legge anche che: «la disponibilità commerciale delle informazioni personali, che non è stata segnalata in precedenza, illustra il fiorente mercato di dettagli a volte intimi sugli utenti che possono essere raccolti dai dispositivi mobili. Un funzionario cattolico statunitense l’anno scorso è stato denunciato come utente di Grindr in un incidente di alto profilo che ha comportato l’analisi di dati simili. Funzionari della sicurezza nazionale hanno anche espresso preoccupazione per la questione: i dati Grindr sono stati utilizzati come parte di una dimostrazione per varie agenzie governative statunitensi sui rischi di intelligence derivanti da informazioni disponibili in commercio, secondo una persona coinvolta nella presentazione. I dati non contenevano informazioni personali come nomi o numeri di telefono. Ma i dati di Grindr in alcuni casi erano abbastanza dettagliati da dedurre cose come incontri romantici tra utenti specifici in base alla vicinanza reciproca del loro dispositivo, oltre a identificare indizi sull’identità delle persone come luoghi di lavoro e indirizzi di casa in base ai loro schemi, abitudini e routine, hanno detto le persone che hanno familiarità con i dati».

Colpita dalle accuse, le piattaforma ha affermato di aver «ridotto» i dati che condivide. Funzionari della sicurezza nazionale hanno mostrato preoccupazione per la questione: i dati Grindr sarebbero stati utilizzati – secondo una persona coinvolta – come parte di un piano-dimostrazione per varie agenzie governative statunitensi sui rischi di intelligence causati dalle informazioni disponibili in commercio.

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