L’intervento del Vaticano è grave, ma non è vero (come dice Libero) che «il ddl Zan non s’ha da fare»

Diversi giornali di destra stanno sovrainterpretando la nota informale che è arrivata dalla Segreteria di Stato vaticana

23/06/2021 di Gianmichele Laino

Era facile aspettarsi, il giorno dopo la pubblicazione della nota verbale con cui la Segreteria di Stato Vaticana ha fatto sapere allo stato italiano delle sue perplessità sul ddl Zan e la presunta violazione del Concordato, una narrazione di questo tipo. Soprattutto per i giornali di destra, che da mesi stanno portando avanti una campagna mediatica contro il disegno di legge sull’omotransfobia, l’intervento del Vaticano equivale a una bocciatura in toto del ddl Zan, l’indice che questa legge – come ha scritto Libero nel suo occhiello in prima pagina – «non s’ha da fare». Il Vaticano contro ddl Zan, sicuramente, rappersenta un caso di scuola per come uno stato estero stia utilizzando suoi strumenti diplomatici per far leva su un provvedimento in discussione nel parlamento italiano. Ma non si tratta di un intervento a gamba tesa per cancellare completamente la legge contro l’omostranfobia.

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Vaticano contro ddl Zan e l’interpretazione dei giornali di destra

In realtà, il passaggio del ddl Zan che andrebbe in contrasto – secondo l’interpretazione della Santa Sede – con il Concordato, sarebbe quello riguardante l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. Il Vaticano contesta una mancata esenzione per le scuole cattoliche per questa giornata di ricordo e di riflessione. Ma si tratta, evidentemente, di un punto marginale rispetto alla portata della legge nel suo complesso che – lo si ricorda sempre a scanso di equivoci – resta una legge contro la discriminazione e i crimini d’odio.

Dunque, la richiesta del Vaticano – espressa anche dalla viva voce di Paul Richard Gallagher, l’arcivescovo segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato – non è quella di eliminare completamente il ddl Zan, piuttosto quella di «trovare così una diversa modulazione del testo continuando a garantire il rispetto dei Patti lateranensi». È sbagliato, quindi, dire – come ha fatto Libero – che «il ddl Zan non s’ha da fare» o – come ha titolato Il Tempo – «Il Vaticano non fa Zan Zan. No alla legge sull’omofobia». O, come ha scritto Maurizio Belpietro nel suo editoriale su La Verità, che Bergoglio vorrebbe «fermare la legge».

I termini sono sempre stati quelli di rimodulazione e revisione. Tra l’altro su elementi non dirimenti della legge stessa. Non c’è mai stato un riferimento alla cancellazione e allo stop. Di certo la manovra è ostruzionistica e contribuisce a perdere del tempo prezioso per l’approvazione. Ma nulla, in un parlamento davvero determinato a portare avanti il ddl Zan, può impedire di farlo diventare legge dello Stato.

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