Gli hacker che hanno messo sul dark web cartelle, dati e tamponi dell’USL 6 Euganea
La situazione è degenerata sabato sera, quando su Lockbit 2.0 sono stati pubblicati i dati sottratti dagli hacker
17/01/2022 di Redazione
Cinquantuno cartelle, per un totale di 9mila file. Tutti in rete, nel dark web. La Usl 6 Euganea si trova a far fronte a una importante fuga di informazioni e di dati sensibili. Da sabato sera, infatti, un gruppo di hacker ha pubblicato sul portale Lockbit 2.0 i dati sottratti al sistema informatico dell’usl veneta, per i quali – precedentemente – aveva chiesto un riscatto. Dopo che i vari ultimatum erano scaduti, si è passati al contrattacco con la pubblicazione. Dati personali sensibili, cedolini del personale sanitario, persino il risultato dei tamponi: i cittadini che hanno nell’Usl 6 Euganea il proprio hub sanitario di riferimento sono vittime di questo furto di dati sensibili.
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Usl 6 Euganea, l’attacco hacker e la pubblicazione dei dati personali
Il direttore della Usl, Paolo Fortuna, ha fatto sapere che la comunicazione sarà fondamentale in questa fase. Quando si sono verificati, in passato, attacchi hacker simili (si pensi, uno per tutti, a quello che ha colpito il CED della regione Lazio), le istituzioni locali non sono state particolarmente efficaci in termini di comunicazione. Su questo, almeno, i precedenti sono stati formativi: il dott. Fortuna ha infatti assicurato che tutti gli utenti coinvolti dal furto dei dati personali verranno personalmente avvisati dal personale dell’USL, che li contatterà nei prossimi giorni anche per far capire loro la situazione e le possibili conseguenze.
Ripercorrere le tappe di questa vicenda è fondamentale, anche perché potrebbe sicuramente dare qualche indizio in più. Nella notte del 3 dicembre si è verificato l’attacco hacker vero e proprio che ha portato al furto di dati. Tuttavia, molti di quelli pubblicati sabato sera riportano come data quella dell’8 dicembre, dunque successiva alla prima intrusione. La maggior parte dei dati pubblicati sono di natura amministrativa, ma non mancano – appunto – cartelle cliniche ed esiti di tamponi pubblicati anche di recente.
I dati di back-up hanno impedito che quelli sottratti dagli hacker andassero perduti, ma la rete della Usl 6 Euganea è risultata compromessa, cosa che ha portato l’amministrazione a stanziare immediatamente – come riporta il Mattino di Padova – 500mila euro per risolvere qualsiasi problema di questo tipo. Il capo della procura di Padova, Antonino Cappelleri, ha dichiarato: «Il reato più grave che si sta configurando in questo momento – afferma – è la tentata estorsione», sostenendo tra l’altro che le indagini siano di competenza della procura distrettuale antimafia di Venezia.