Usa Today non ha «censurato la parola “maschio”»

La questione sull'editoriale di Chelsea Mitchell è molto più complessa di come è stata presentata

30/05/2021 di Redazione

C’è davvero la corsa a individuare delle situazioni simili a quella che stiamo raccontando, decontestualizzando il tutto e – insieme a tanti screenshot e a commenti piccanti – riempire i social network con la storia della cancel culture che starebbe distruggendo il buon senso. Nei giorni scorsi, Usa Today ha pubblicato un editoriale di Chelsea Mitchell, un’atleta del Connecticut che ha parlato della partecipazione di atlete transgender alle competizioni sportive femminili.

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USA Today e il perché della modifica alla frase di Chelsea Mitchell

Nella sua precedente versione, pubblicata dal quotidiano di informazione, l’articolo vedeva questo occhiello: «Quando ero stata costretta a correre con atlete dal corpo maschile…» riferito a trans che gareggiano nelle competizioni sportive. Questo occhiello, nella fattispecie, è stato modificato successivamente in questo modo: «Quando ero stata costretta a correre con atlete transgender». Non si tratta di una censura della parola “maschio”, come invece è stato sottolineato da diversi commentatori, ma semplicemente del fatto di aver adattato il linguaggio utilizzato da Chelsea Mitchell alla più corretta notazione linguistica impiegata all’interno della redazione di Usa Today.

Infatti, in una edizione successiva dell’articolo, l’editore ha spiegato il motivo della sostituzione della frase: «Questo articolo – ha affermato – è stato aggiornato per riflettere lo standard e le linee guida del linguaggio di Usa Today. Dispiace di aver utilizzato un linguaggio offensivo». Ovviamente, ci si è soffermati sul fatto che – in questo modo – a essere “offensivo” sarebbe stato il termine “maschio”. Ma non si tratta del semplice termine, bensì del fatto che questo stesso termine sia stato impiegato in un contesto errato.

Nessuna censura della parola “maschio”, insomma, ma semplicemente l’impiego della giusta terminologia per parlare di persone transgender. Una battaglia di civiltà che, al momento, viene continuamente sovvertita a uso e consumo di chi – evidentemente – prova fastidio in tutto questo.

FOTO dall’account twitter di Christiana Holcomb

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