Ufo alla maturità: nell’universo siamo soli o male accompagnati?
22/06/2010 di Mariangela Vaglio
Un’insegnante svolge il tema di scienze e tecnologia proposto dal ministero per l’esame di fine anno degli istituti superiori, e risponde alla domanda: “Purtroppo no. Ci sono anche gli esperti del Ministero”.
Siamo soli nell’Universo? E’ bello, anzi è segno di modernità che finalmente il Ministero dell’Istruzione lasci da parte le tracce su Einstein o Keplero, la rivoluzione del Pc, l’informatica o le frontiere della biologia, e si dedichi ad un tema che è veramente al centro del dibattito scientifico, come provano le continue puntate di Voyager e Mistero dedicati ai cerchi nel grano!
Di tutte le tracce possibili da assegnare ai maturandi, gli Ufo sono quella più dibattuta nel mondo reale, che comprende gli ombrelloni di Gabicce Mare e i caschi della premiata parrucchiera “Il mondo del capello” di Voghera. Del resto, nessuno che non lavori in un laboratorio ha mai visto un nanocomputer o un bosone, mentre non si contano ormai le persone comuni (con una certa tendenza al paranoico, in realtà, ma non sottilizziamo) che non abbiano incontrato un ufo, o almeno non lo abbiano intravisto sopra al tetto di casa. Certo, è vero che gli Ufi prediligono stranamente per i loro incontri ravvicinati operai avvinazzati che girano nella notte, casalinghe frustrate e segretarie depresse perché non riescono a diventare veline e perciò vanno fuori di matto, mentre raramente si hanno notizie di extraterrestri che rapiscano, chessò, ingegneri nucleari o scienziati in grado di comunicare loro qualche reale dato scientifico importate sulla nostra civiltà: ma questo non è una prova a sfavore: è semplicemente l’indizio che gli alieni sono democratici.
Dunque, gli Ufo, dicevamo. E’ chiaro che nell’Universo è improbabile che siamo soli: il calcolo delle probabilità è contrario. Milioni di stelle, milioni di pianeti: che su qualcuno di questi si sia sviluppato un batterio o una muffa o un lichene di qualche genere è probabile, ci mancherebbe. Un pochino più difficile dal punto di vista della probabilità statistica è che si sia sviluppata una forma di vita superiore, come ad esempio uno Schifani (nota per il Tribunale: ho scritto che Schifani è una forma di vita nettamente superiore ad eventuali muffe e licheni, persino alieni: quindi non è diffamazione!), ma come dire? Il cosmo è grande e ci sono più cose in cielo e in terra che in tutta la tua filosofia, figuriamoci nella tua fisica.
Gli scienziati,dalla Margherita Hack a Hawking, hanno sempre ammesso e annoverato fra le possibilità concrete che una qualche forma di vita aliena possa esistere e magari decida, prima o poi, di mettersi in contatto con noi, che peraltro ai presunti alieni abbiamo già ampiamente scassato le balle, mandando messaggi in bottiglia tipo il Voyager (nel senso di navetta, non di programma di Giacobbo). Hawkings, a dire il vero, ha recentemente messo fra le jatture la possibilità che si verifichi, questo benedetto contatto: in effetti, pensare che nel Cosmo ci sia da qualche parte una civiltà tecnologicamente più evoluta di noi e in grado di andarsene a spasso a velocità di curvatura un pochino dovrebbe inquietarci: il rischio è che si replichi, ragiona Hawkings con la sua mente logica, quello che successe ai tempi della scoperta dell’America da parte dei più evoluti Europei: stavolta, però, la parte degli sfigatissimi precolombiani da sterminare o sfruttare come schiavi toccherebbe a noi, e la storia insegna che è un ruolo poco piacevole.
Quanto al resto, cioè i presunti segni di passaggi alieni sulla terra, contatti, rapimenti ed eventi inspiegabili, complotti modello Fringe o X File, navi che scompaiono del triangolo delle Bermuda, e immancabili coinvolgimenti extraterrestri con segreti dei Templari, Graal ed Atlantide, ecco su quelli potremmo a stare a discettare per ore. Ma questo è un tema della maturità, mica una puntata di Mistero. O sbaglio?