Il tweet di Trump che rischia di costare il Senato ai Repubblicani

Il presidente uscente ha chiesto al governatore della Georgia di annullare il voto a causa dei brogli, non dimostrati, fomentando il sentimento crescente tra gli elettori del GOP dello Stato di non andare a votare ai ballottaggi per la Camera Alta

02/12/2020 di Redazione

Un nuovo tweet di Trump rischia di costare il Senato ai Repubblicani. Il presidente uscente, che ormai è presente sulla scena pubblica solo col suo profilo Twitter, ha infatti usato il suo metodo comunicativo preferito per lanciare l’ennesimo attacco, senza prove, al sistema elettorale americano e al governatore repubblicano della Georgia, Brian Kemp, chiedendogli di annullare le elezioni a causa dei brogli, che da ormai un mese denuncia senza essere stato in grado di dimostrare. Una strategia che rischia di costare caro ai repubblicani, visto che cresce il movimento di quelli che dicono di non andare a votare ai ballottaggi per il Senato perché “tanto è tutto già deciso”.

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Il tweet di Trump sulla Georgia e i timori del GOP

“Fai qualcosa Kemp” recita il tweet di Trump, che accusa il governatore repubblicano della Georgia di aver “permesso” che il suo Stato fosse “truffato” e gli chiede di “controllare le firme e contare le buste firmate rispetto ai voti” ordinandogli poi di “annullare le elezioni” perché “non servono” e “vinceremo tutti”.

Un messaggio tra l’eversivo e il disperato da parte di un presidente uscente che ormai retwitta teorie complottiste di personaggi di terzo piano della rete e porta avanti una crociata senza senso e pericolosissima per evitare di ammettere una sconfitta che ogni giorno diventa più pesante, con Biden che ormai ha quasi 7 milioni di voti di vantaggio. La strategia di Trump è chiaramente quella di tentare di screditare tutto il sistema davanti ai suoi sostenitori per tenere in pugno il partito e spaventare i parlamentari con la minaccia di farli perdere alle primarie se prendono posizione contro di lui. Un sistema che finora ha funzionato anche perché finché vinceva ed era al potere conveniva ai membri del GOP stare dalla parte di Trump. Ma adesso che il presidente uscente rischia di causare una guerra civile sulla bufala di una truffa elettorale che avrebbe oltretutto riguardato solo lui, i repubblicani rischiano di trovarsi su una nave che affonda. Per assurdo infatti Trump, ormai fuori dal palazzo, gioca per il “tanto peggio, tanto meglio”, che lo mantiene saldo come uomo forte del GOP. Per questo l’idea che gli elettori repubblicani della Georgia rinuncino a votare, convinti ormai che è tutto marcio, lo aiuta, anche se, per assurdo rischia di permettere ai democratici di ottenere due senatori che farebbero perdere la guida della Camera alta al GOP, favorendo Biden nei sui primi due anni di presidenza e ribaltando lo schema degli ultimi anni.

Una possibilità che spaventa i repubblicani, che però al momento non sembrano aver trovato una strategia per uscire dall’angolo, se non quella di sperare che la Georgia, fino a quattro anni fa roccaforte GOP, non consegni a questa elezioni anche il Senato ai democratici, dopo aver consegnato la Casa Bianca a Joe Biden.

Cosa copre il tweet di Trump

Volendo pensare male però si potrebbe arrivare anche a credere che questa serie di tweet di Trump contro i brogli sia un modo da una parte di raccogliere fondi per una sempre più probabile, al momento, candidatura nel 2024, come dimostrano i 170 milioni di dollari raccolti in questo mese. Dall’altra invece un sistema per nascondere, o rendere difficilmente credibili, agli occhi dei propri sostenitori le notizie di scandali e corruzione che continuano ad arrivare. Ultime quelle dell’indagine su uno schema di corruzione legato alla concessione di Grazie che andrebbe avanti da agosto o dello scoop del New York Times, secondo il quale Trump avrebbe consultato i propri consiglieri su possibili grazie per i tre figli maggiori (Donald jr., Eric e Ivanka) e per il suo avvocato Rudy Giuliani. Due storie che rischiano di far scoppiare una vera e propria Santa Barbara e che potrebbero essere il sigillo finale su cosa hanno significato questi quattro anni di presidenza Trump.

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