Trump attacca ancora: “Con Biden negli Usa ci sarà il socialismo”

Il presidente americano, in visita elettorale in Minnesota, prova a togliere i riflettori ai democratici attaccando il suo sfidante per la Casa Bianca

18/08/2020 di Redazione

La campagna elettorale non è ancora ufficialmente iniziata, ma Donald Trump in Minnesota attacca ancora Joe Biden e i democratici, nel giorno in cui a Milwaukee si apre la convention dell’Asinello che nei prossimi quattro giorni vedrà nascere la piattaforma con cui i democratici cercheranno di riprendersi la Casa Bianca quattro anni dopo la cocente sconfitta subita da Hillary Clinton. Il presidente infatti è ormai da mesi in campagna elettorale e attacca lo sfidante a tutto campo accusandolo di essere un “pupazzo” nelle mani dell’estrema sinistra e di essere il candidato della Cina.

LEGGI ANCHE > Trump chiude con Fox News

Promesse e attacchi, Trump in Minnesota

“Ci ritroveremo con un Paese grigio e socialista e tutto andrà al diavolo”. Trump in Minnesota vede così il futuro degli Stati Uniti in caso di un successo di Joe Biden. Secondo il presidente, che non risparmia iperboli come da copione ormai, l’ex vice di Barack Obama “è un pupazzo” che ripete quello che l’estrema sinistra gli fa dire e che porterà un futuro di “crimine, caos, corruzione e collasso economico”. Un futuro che ovviamente, per Trump, solo una sua vittoria può evitare. Un successo che, sempre secondo il presidente, la Cina vuole evitare “più di ogni altra cosa” vista la guerra commerciale in corso e lo scoppio di quella che Trump chiama “la piaga cinese” ovvero il Covid 19.

Minnesota: “Sarà l’elezione più importante di sempre”

Su una cosa però Trump e Biden sono d’accordo: quelle del 3 novembre prossimo saranno le elezioni più importanti della storia degli Stati Uniti. “È importantissimo quello che sta succedendo” ha detto Trump in Minnesota, sottolineando come se lui conquistasse lo Stato dell’Upper Midwest l’elezione sarebbe già finita. Anche per questo il presidente ha promesso che creerà 10 milioni di posti di lavoro in 10 mesi anche grazie a un credito fiscale per le compagnie americane che sposteranno la loro produzione dalla Cina agli Stati Uniti e minacciando chi non lo farà di vedersi rescisso ogni accordo col governo federale.

 

Share this article