Google ha fatto causa a una persona che usava i suoi servizi per organizzare finte vendite di cuccioli
La truffa era mirata soprattutto agli anziani, che venivano sistematicamente frodati
11/04/2022 di Redazione
È una brutta epoca in cui vivere. Per questo, nonostante i mille impegni giuridici che una compagnia come Google ha per sua stessa natura, il colosso di Mountain View non ha esitato a portare avanti una causa che mette nel mirino uno scammer che ha utilizzato i servizi dell’azienda per cercare di ingannare soprattutto i più anziani con promesse di vendita di cuccioli di cani di razza. La truffa impiegava una serie di siti web fraudolenti, numeri di telefono di Google Voice e diversi account Gmail, inoltre era stata impostata una campagna Google Ads per promuovere i siti web fraudolenti: l’uomo – il camerunese Nche Noel – è stato citato in giudizio da Google con l’accusa di aver gestito uno schema fraudolento di vendita di cuccioli. Il gigante del web ha chiesto un risarcimento per i danni subiti.
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Truffa cuccioli con Google, l’azienda cita in giudizio lo scammer
In pratica, i falsi siti web mettevano in mostra i cuccioli “in vendita”, con tanto di pricing, con tanto di immagini e di informazioni utili all’acquisto. Successivamente, venivano utilizzate anche delle false recensioni per rendere ancora più credibile l’operazione di compra-vendita. Infine, una volta raggiunto da potenziali acquirenti, attraverso numeri di telefono e indirizzi mail di Google veniva piazzato l’affondo: si chiedeva prima una certa somma di denaro (fino a 700 dollari) in gift cards e poi si chiedeva una ulteriore somma di 1500 dollari. Il tutto senza che nessun cucciolo venisse recapitato alle persone che ne avevano fatto richiesta.
Visto che la denuncia del fatto è arrivata da una associazione che si occupa di assistenza agli anziani, Google ha deciso di andare avanti spedita e di portare il caso in tribunale. Secondo il colosso di Mountain View, l’utilizzo ripetuto di strumenti messi a disposizione da Google rappresenta una aperta violazione dei termini di servizio dell’azienda. Non è previsto infatti, nei termini e condizioni di utilizzo di Google, la creazione di siti o indirizzi mail per confondere gli utenti o per sostituire la propria identità.