Travaglio sfotte la «erre» di Marianna Aprile

Marco Travaglio sfotte Marianna Aprile. Come? Riavvolgiamo il nastro e andiamo con le immagini alla puntata di Otto e Mezzo del 15 ottobre. Il confronto televisivo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini ha oscurato e fatto passare sotto silenzio un’affermazione forte del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio in un altro salotto televisivo, quello, appunto, di Otto e Mezzo. Qui, insieme a Lilli Gruber e a Marianna Aprile ha parlato del carcere agli evasori e alla loro esibizione pubblica come deterrente contro questa forma di delinquenza.

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Travaglio sfotte Marianna Aprile per la sua pronuncia di ‘barbarie’

Secondo Marianna Aprile, quella proposta da Marco Travaglio è una ‘barbarie‘, perché implica l’esibizione di un presunto colpevole e rievoca casi come quello di Enzo Tortora (poi rivelatosi innocente) che venne fotografato in carcere con le manette. O rievoca, ancora, le immagini senza censura dei presunti colpevoli di Mani Pulite.

Oggi, nel suo editoriale, Travaglio rievoca quella discussione. Già dal titolo si capisce che c’è qualcosa che non torna. «Bavbàvie», infatti, non è un errore di battitura, ma il tentativo di riprodurre – in grafia fonetica – quello che Travaglio ha sentito il 15 ottobre dalla viva voce di Marianna Aprile. Se qualcuno avesse avuto dubbi, già nelle primissime righe del suo editoriale, il direttore del Fatto Quotidiano lo specifica ulteriormente: «L’altra sera avevo appena finito di discutere con due colleghi (una di queste è Marianna Aprile, ndr) sulle manette agli evasori (barbarie, anzi bavbàvie), quando ho visto Andrea Orlando a Cartabianca».

Marco Travaglio sfotte Marianna Aprile: che bisogno c’era?

Da lì, Marco Travaglio parte con il supporto alla sua teoria sul carcere agli evasori che, tra l’altro, sarebbe stata indicata come punto dell’accordo di governo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Ai tanti messaggi di solidarietà che questa mattina stanno raggiungendo Marianna Aprile per la presa in giro sulla sua pronuncia, la giornalista di Oggi ha risposto con l’ironia:

Quello che va evidenziato, tuttavia, in merito alla natura del dibattito pubblico è come si faccia sempre più leva sul dileggio dell’avversario di turno quando questo non abbia idee conformi a quelle di chi poi utilizza l’offesa come arma per supportare le proprie teorie. Il dibattito era di buon livello e tutti stavano esponendo la propria idea: che bisogno c’era di utilizzare lo schemino dell’offesa che tanto piace ai nostri politici?

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