Il bot che usa l’intelligenza artificiale per rimproverare i parlamentari che si distraggono al telefono

Il software è stato progettato da Dries Depoorter, artista digitale

07/07/2021 di Gianmichele Laino

Si chiama The Flemish Scrollers ed è il progetto, pensato e portato avanti dall’artista digitale Dries Depoorter, che punta la propria attenzione sui politici fiamminghi che lavorano in parlamento. Grazie a un sistema che si avvale dell’intelligenza artificiale (e del riconoscimento facciale), le dirette delle sedute del parlamento fiammingo vengono seguite attentamente dal software e, nel caso in cui quest’ultimo dovesse individuare un politico distratto al telefono, un bot interviene su Twitter e su Instagram, taggando il profilo ufficiale del parlamentare e rimproverandolo per il suo comportamento inappropriato.

LEGGI ANCHE > Green Pass, chi ha avuto il covid non riesce ancora a scaricarlo

The Flemish Scrollers è l’AI che sorprende i politici a usare il cellulare

Una sorta di gogna pubblica. Il sistema è attivo da pochi giorni, ma ha già fatto qualche vittima tra i parlamentari fiamminghi. L’intelligenza artificiale su cui si basa il servizio, tuttavia, ha necessità di essere ancora affinata: per questo motivo, in base a quanto si apprende, anche nei giorni in cui non sono previste sedute parlamentari, il software continuerà ad agire sui video di repertorio, in modo tale da affinare le proprie tecniche di identificazione di politici impegnati a smanettare con lo smartphone nel corso delle sedute parlamentari.

Ora, al di là della natura pubblica delle sedute parlamentari, ci si chiede quanto questo sistema possa essere nei limiti della proposta di legge UE sul riconoscimento biometrico nei luoghi di interesse. L’intelligenza artificiale, infatti, si basa proprio sulle espressioni e sulla gestualità dei parlamentari per poi additarli sui social network e rimproverarli per la mancanza d’attenzione durante le sedute. Ma non sembra esserci – tra l’altro – una netta distinzione da questo punto di vista, dal momento che – per ora – anche un parlamentare che consulta lo schermo per pochi secondi (o che lo consulta, magari, per controllare una dichiarazione di un suo collega o un passaggio del suo successivo discorso in aula) finisce per essere intercettato dall’intelligenza artificiale. Lo strumento nasce sicuramente come atto di protesta (in passato, un parlamentare fiammingo venne sorpreso in aula mentre giocava ad Angry Birds), ma – in un’epoca in cui il trattamento dei dati personali combinato all’esplosione dei social network – occorre senza dubbio essere consapevoli dei costi (non necessariamente economici) che questa protesta può comportare.

Share this article