Altro che Repubblica e “giornaloni”, il ritiro dei finanziamenti pubblici colpirà le piccole testate locali

In un articolo uscito su Repubblica venerdì 12 ottobre, Concetto Vecchio ha spiegato come la proposta del Movimento 5 Stelle di abolire il finanziamento pubblico ai giornali non colpirà i “giornaloni”, come definiti dagli stessi pentastellati, ma per la maggior parte prenderà di mira le piccole testate locali, che in molti casi sarebbero costrette a chiudere.

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La fine dei contributi all’editoria ci sarà, e ci deve essere“, ha spiegato il sottosegretario M5S Vito Crimi. Ma chi è il nemico numero uno? Lo spiega lo stesso Concetto Vecchio:

L’ultima erogazione del 2016 ha riguardato 54 testate generaliste, 121 settimanali perlopiù diocesani, 87 periodici per gli italiani all’estero, 33 voci dei non vedenti, 10 house organ delle associazioni dei consumatori. Lo Stato ha distribuito a questi 305 “soggetti” 63 milioni di euro. Ma perché questi giornali accedono ai fondi dell’editoria? I requisiti sono: pubblicare con una cooperativa di giornalisti o con un ente no profit, essere giornali delle minoranze linguistiche nelle regioni a statuto speciale, editare un quotidiano per gli italiani all’estero oppure per i non vedenti. Il 31 per cento dei fondi è stato assorbito da cinque quotidiani nazionali – Avvenire, Italia Oggi, Libero Quotidiano, Il Manifesto, Il Foglio – che, secondo Crimi, hanno creato “un’asimmetria concorrenziale obiettiva con altri nazionali”.

In attesa di sapere come evolverà la riforma dei giornali voluta dall’alleato della Lega al governo, il giornalista di Repubblica afferma che “la propaganda contro i giornaloni che intascano i soldi pubblici proseguirà, a dispetto della verità“.

(Foto credits: Ansa)

 

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