Terremoto nel mondo delle agenzie pubblicitarie: tutto è partito dal profilo IG Taniume

Un vero effetto a catena: l'intervista su Facebook del profilo anonimo Monica Rossi a Massimo Guastini, uno dei volti più noti della pubblicità italiana

23/06/2023 di Redazione Giornalettismo

Un effetto domino che – a quanto pare – è ancora al 20% (citazione dei bene informati, come capiremo nel corso di questo monografico di Giornalettismo). Stiamo parlando dei racconti di tanti e tante testimoni che parlano di molestie nel campo del settore pubblicitario italiano. Le agenzie sarebbero luoghi tossici dove gli uomini si coalizzano contro le donne, si scambiano messaggi in chat di Skype e rivolgono loro frasi sessiste e discriminatorie. A denunciarlo è un vero e proprio movimento che sta nascendo, ad esempio, intorno al profilo Instagram @taniume. Quest’ultima, che ha avuto la forza di raccontare le molestie subite sul proprio posto di lavoro, sta raccogliendo le testimonianze di tante donne che hanno vissuto esperienze simili. Al momento, nelle Instagram Stories e in maniera anonima, sta facendo una raccolta di materiali che si annuncia molto lunga.

 

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Taniume e la denuncia delle molestie nel settore delle agenzie pubblicitarie

A rincarare la dose, c’è stata l’intervista del misterioso personaggio Monica Rossi, autore (sì, perché – a discapito del nome femminile – dice di essere un uomo) di un format di successo su Facebook, a un noto volto del settore pubblicitario, Massimo Guastini. Quest’ultimo ha avuto il coraggio di fare nomi e cognomi, rivelando di aver saputo che Pasquale Diaferia – mentore del club dei pubblicitari – si era reso protagonista di molestie ai danni di ragazze che volevano lavorare nel settore.

L’intreccio di queste vicende ha aperto un vero e proprio fronte, che ha portato all’autosospensione della nota agenzia pubblicitaria We Are Social (che ha clienti importantissimi, tra cui Netflix), all’interno della quale circolava una chat Skype – piattaforma che era considerata uno strumento aziendale – composta da soli uomini. Questi ultimi si sarebbero scambiati messaggi, informazioni e fotografie di colleghe, di stagiste, di possibili candidate a un posto di lavoro, aggiungendo i commenti più disparati e più fastidiosi. Ora, sarebbe in corso un’indagine interna – sebbene siano passati quasi 6 anni dalla cancellazione di questa chat – per accertare quello che era successo e per tentare di ridare una nuova immagine all’azienda.

Gabriele Cucinella è uno dei tre fondatori di We Are Social si è scusato – nel corso di un’intervista a Repubblica – di quello che è accaduto. Ma la sensazione è che la vicenda difficilmente si fermerà a questo livello: possibile, infatti, che altre rivelazioni verranno fatte a proposito di altre agenzie pubblicitarie.

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