Lo studio che dice che Telegram si sta “sostituendo” al dark web
Le informazioni sono contenute in un documento firmato dai gruppi di cyber intelligence Cyberint e dal Financial Times
17/09/2021 di Redazione
«In alcuni casi è più facile trovare acquirenti su Telegram che sui forum perché tutto è più fluido e veloce. È più facile accedervi. E i dati possono essere condivisi in modo molto più aperto». È questo, in poche parole, il risultato di una ricerca condotta dai gruppi di cyber intelligence Cyberint e dal Financial Times sull’evoluzione delle informazioni che un tempo passavano attraverso il dark web e che, ora, sembrano trovare un terreno molto fertile su Telegram. In base a questo studio, infatti, emerge in maniera molto significativa che l’app di messaggistica istantanea che può avvalersi della crittografia end-to-end per proteggere i propri messaggi stia diventando una sorta di luogo di scambio per informazioni che un tempo circolavano – accessibili soltanto a un gruppo molto ristretto di persone – sul dark web.
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Telegram come dark web, la ricerca del Financial Times
Il problema sta proprio qui, sostanzialmente. Le informazioni illecite che prima erano diffuse a favore di una stretta cerchia di utenti che impiegavano dei software appositi per poter avere accesso a queste stesse informazioni, adesso sono nella disponibilità di una cerchia molto più ampia. Potenzialmente, i 500 milioni di utenti di Telegram (dati del mese di agosto 2021).
Secondo questa ricerca del Financial Times, sono presenti su Telegram delle chat che utilizzano abitualmente parole chiave come “Email: pass” e “Combo”, termini che gli hacker utilizzano solitamente per indicare che viene condiviso un elenco di e-mail e password rubate. Queste tipologie di chat si sono moltiplicate nell’ultimo periodo, fino ad arrivare a 3400 negli ultimi giorni. Cyberint ha notato la presenza di un numero incredibile di account che, complessivamente, contavano 300mila e-mail e password che servono ad hackerare piattaforme di videogiochi come Minecraft, Origin e Uplay. Ma la stessa cosa potrebbe avvenire anche per dati personali che servono a scopi ben più ampi del sistema del gaming. Il canale in questione, dopo la segnalazione del Financial Times, è stato rimosso da Telegram.