Il non detto: cos’è questa storia della strage di Gruaro che ‘piace’ tanto ai no vax
Nel 1933, in Veneto, ci fu una campagna vaccinale contro la difterite. E ci furono 28 giovani vittime. Ma la vicenda non è come la raccontano
28/12/2020 di Enzo Boldi
La storia della Strage di Gruaro è la madre di tutti i no vax. Questa vicenda, una pagina oscura tutta italiana, è stata ripresa e citata a sproposito anche con l’avvio della campagna vaccinale anti-Covid. E lo si è fatto sui social parlando di sperimentazione. La storia, però, è ben diversa dal modo approssimativo (e complottista) in cui viene raccontata nei vari commenti e post Facebook (ma anche, come da tradizione) tra le varie chat Whatsapp. Proviamo a chiarire la vicenda di quell’immunizzazione di 254 bambini contro la difterite in quel del Veneto.
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Questo il testo del messaggio che è stato condiviso, anche negli ultimi giorni, compulsivamente sui social (anche tra i commenti ai post del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte).
RICORDI TERRIBILI!!!
“Nel 1933 , diversi bambini, vennero uccisi dalla somministrazione di un VACCINO SPERIMENTALE. Il fatto avvenne nelle primavera del 1933 a Gruaro; la chiamano “LA STRAGE DI GRUARO”: 28 bambini, dei 254 sottoposti a vaccinazione obbligatoria per ordine delle autorità pubbliche, morirono perché il piccolo comune del Veneto orientale era stato segretamente scelto per testare un nuovo vaccino contro la difterite. Dopo la vaccinazione tutti i piccoli, in età compresa fra i tredici mesi e gli otto anni, si sentirono male e 28 di loro morirono a causa di una sopraggiunta paralisi. Solo in seguito emerse tutta la verità.
Scommetto che nessuno conosce questa storia……Questi i loro nomi e la loro età :
Barbui Erminio (anni 4),
Basso Maria (14mesi),
Biasio Renato (20 mesi),
Biason Placida ( 2 anni),
Bonan Luigi (6 anni),
Borcolussi Mirella (7 anni),
Bravo Giovanni (15 mesi),
Colaurri Giuseppe (3 anni e mezzo),
Dreon Gio Barra (3 anni),
Falcomer Evelina (20 mesi),
Innocente Celso (19 mesi),
Marson Maria (2 anni),
Moro Antonietta (4 anni),
Nosella loie (19 mesi),
OclandoMaria (3 anni),
Pascherro Bruno (5 anni),
Pascheno Plinio (18 mesi),
Peresson Plinio(2 anni),
Romanin Edda (2 anni), suo fracello Sante (3 anni),
Scefanuco Imelde (4anni), suo fratello Luciano (14 mesi),
Toffoli Iole (17 mesi),
Toneacci Florida (6 anni),
sua sorella Sira (2 anni),
Zambon Caterina (16 mesi),
Zanin Maria (2 anni), e Zanon Celia (6 anni)Nella storia della difterite non un cenno a questa terribile sciagura e nessuno sa che questa storia e’ tremendamente attuale…. Ma i bambini , sono molti di più”.
Strage di Gruaro, di cosa si parla e perché viene citata (in malo modo) dai no vax
Eravamo in pieno regime fascista e l’emergenza difterite (malattia che provoca problemi alle vie respiratorie alte e, alcune volte, anche alla cute) era scoppiata a Gruaro, piccolo comune a Nord-Est di Venezia. Furono moltissimi casi, soprattutto per un paesino di poche anime e per questo si decise di avviare una campagna vaccinale destinata ai bambini (categoria più a rischio per questa patologia). Vennero sottoposti a immunizzazione 254 minori, ma 28 di loro morirono poco dopo. Insomma, la Strage di Gruaro fu una vera strage.
Nessuna sperimentazione, ma problemi fatali di una cattiva gestione
Come riporta Bufale.net, il regime fascista fece sparire tutte le prove cliniche sulla morte di quei 28 bambini di Gruaro. Ma il caso si riaccese nel 2013 dopo l’intervista rilasciata al Gazzettino Veneto da Adamo Gasparotti, uno dei bambini che nel 1933 venne sottoposto a quella vaccinazione anti-difterite. E proprio da lì nacque una causa che, a quasi un Secolo di distanza, portò alla verità sulla sottaciuta strage di Gruaro: ai 28 bambini deceduti venne somministrata una dose di siero che non era stata fatta bollire. In pratica, dunque, furono sottoposti a immunizzazione iniettando del vaccino vivo che, per definizione, risulta fatale.
Non c’entra nulla con il vaccino anti-Covid
Un errore dettato dal periodo storico e anche da altro. A differenza di quanto accadde in Veneto tra il 1932 e il 1933, con il Covid la comunità scientifica si è già espressa sulla non pericolosità dei vari prodotti di immunizzazione (per esempio Pfizer-BioNTech, poi sarà la volta di Moderna e AstraZeneca). All’epoca, invece, la vaccinazione di massa a Gruaro venne decisa da un prefetto, nonostante le perplessità e le contestazioni da parte della comunità scientifica dell’epoca. Insomma, paragonare le due vicende, senza alcun legame, è la classica citazione spot non contestualizzata.