Ma voi la conoscete la storia dell’ormai ex logo di Twitter?

Com'è nato l'iconico uccellino che ha permesso al social network di essere identificabile nel mondo e di poter avere anche un proprio linguaggio entrato nell'immaginario collettivo

25/07/2023 di Gianmichele Laino

Sembra strano dirlo a quasi 20 anni dalla sua fondazione. Ma Twitter non è sempre stato tutto becco e piume. Ovviamente, ci stiamo riferendo all’iconico logo che – da diverso tempo – caratterizza il social network delle comunicazioni rapide. L’uccellino, a quanto pare, è stato mandato in pensione da Elon Musk, che ha avviato una fase importante di rebranding dell’applicazione che ha acquistato ufficialmente a ottobre 2022. Ma nel 2005 – come vi abbiamo anticipato – Twitter non è nato dal guscio di un uovo: il suo logo, infatti, era rappresentato da una sorta di macchia verde e melmosa. E la prima attestazione del suo nome – facciamo un po’ di filologia digitale – non era Twitter, bensì Twittr.

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Storia del logo di Twitter: non è sempre stato l’uccellino, ma ormai tutti si erano affezionati

logo Twitter_2005

Nel marzo del 2006, quando il social network era ancora ai suoi albori, il fondatore Jack Dorsey stava cercando di esplorarne le funzionalità. A quell’altezza cronologica, aveva lanciato un messaggio sulla sua piattaforma, affermando di lavorare all’impostazione del «mio twttr». È stato soltanto in un secondo momento che Twitter ha comprato due vocali, assumendo il nome che lo ha reso conosciuto in tutto il mondo. Tuttavia, il primo logo ufficiale di Twitter – quello che compare sulla sua carta d’identità accanto alla data di nascita ufficiale, il 2006, quando il social è uscito dalla sua dimensione di start-up semi-sconosciuta –  ha assunto immediatamente il colore azzurro che, da quel momento in poi, ha caratterizzato la piattaforma e tutte le sue estensioni. Ma senza associare alcun volatile alla sua immagine, che era stata creata – in quella fase – dalla designer Linda Gavin.

Soltanto nel 2010 – ben quattro anni dopo il suo lancio sul mercato – il nome di Twitter si è legato all’uccellino (che, quando ha spiccato il suo primo volo, aveva persino un ciuffetto sulla testa).

logo Twitter 2010

È davvero molto curiosa la storia dell’uccellino di Twitter. Non si è mai trattato, infatti, di una componente grafica appositamente pensata per il social network, bensì di un elemento che era stato acquistato su iStock per la modica cifra di 15 dollari. La firma su questa componente grafica era quella di Simon Oxley, un graphic designer freelance che lavorava proprio per la piattaforma iStock. Oltre al danno, la beffa: uno dei simboli più iconici legati al mondo del digitale non soltanto è stato acquistato in questo modo, ma – essendo messo a disposizione dell’utenza da una piattaforma che rivendeva simboli – la fee che è stata effettivamente corrisposta a Oxley era quantificabile tra i 2 e i 6 dollari.

Fortuna di un logo

Nelle interviste che Oxley ha rilasciato successivamente, si è percepito che – al di là dello scarso valore della transizione – l’acquisto di un suo prodotto da parte di un’azienda di successo come Twitter ha comunque rappresentato per lui una importante pubblicità: «Ho lavorato con grandi aziende in seguito al valore promozionale ottenuto dall’acquisizione dell’uccellino da parte di Twitter: questo fatto le ha portate a informarsi sul mio lavoro. Così è nata, ad esempio, la collaborazione con Github, che ha trovato il mio Octocat».

In ogni caso, l’uccellino originale disegnato da Oxley è stato ulteriormente modificato e rifinito da Martin Grasser. Era il 2012 e l’icona di Twitter, 11 anni fa, era già quella che ha resistito fino alla rivoluzione di Elon Musk, segno tangibile della riconoscibilità del brand, ma anche del fatto che quel tipo di logo fosse già molto moderno nella sua concezione. Spesso Twitter, da quando l’uccellino è diventato il suo logo ufficiale, è stato definito il social network dei cinguettii e tutto il gergo legato alle attività realizzate dagli utenti sulla piattaforma si è adeguato allo standard imposto dall’iconico logo.

Il grado di riconoscibilità che è stato raggiunto dall’uccellino di Twitter può essere paragonato a quello di grandi marchi internazionali (il baffo della Nike, il cavallino rampante della Ferrari, il doppio arco di McDonald’s, e così via). Con la X – molto più asettica e impersonale – Elon Musk sta scommettendo davvero molto.

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