Steroidi: la nuova droga di manager e star
15/05/2012 di Dario Ferri
Non solo sportivi, palestrati e attori travestiti da pugili o combattenti. Le sostanze dopanti che gonfiano a dismisura i muscoli sono uscite dalle palestre e interessano oggi anche militari, manager e personaggi dello spettacolo.
FACILE DIFFUSIONE – Gli steroidi sono utilizzati per migliorare le proprie prestazioni, o anche per aumentare l’agressività. Ma i rischi per la salute sono enormi. Ne parla Elena Dusi su Repubblica:
Aggiungi testosterone alla tua vita. Non tanto per vincere medaglie, ma per far sparire il grasso, definire i pettorali, rialzare la temperatura del desiderio sessuale, condire la giornata sul lavoro con una dose extra di autostima. A pensarla così non sono più solo i bodybuilder, e nessun paese è ormai immune dal consumo illecito di steroidi anabolizzanti. Sylvester Stallone oggi non verrebbe neanche più fermato con una 24 ore di fiale e pastiglie (accadde alla dogana di Sydney) grazie a quel canale di circolazione mondiale oliatissimo che è la vendita su internet. Ed è ormai una soap opera su giornali e tv statunitensi il processo di Roger Clemens, l’ex lanciatore di baseball soprannominato “Rocket”, accusato di aver ricevuto iniezioni di testosterone dal suo allenatore. Fra gli attori trasformati in montagne di muscoli nell’intervallo fra un film e l’altro solo Charlie Sheen ha ammesso davanti ai media di aver fatto uso di steroidi per sei settimane prima di girare “Major League”.
DOPING A WALL STREET – Gli steroidi – continua Elena Dusi su Repubblica – sono arrivati anche alla Borsa americana:
I sospetti su molte star rimbalzano da Hollywood a Bollywood. Ma non ci sono solo star, tra i forzati del testosterone. Lo prendono i manager di Wall Street per aumentare la loro propensione al rischio (uno studio del 2009 rivelò che i trader hanno livelli dell’ormone più alti della media). Lo usano i militari in missione, per mantenere i muscoli tonici e potenziare l’aggressività. Lo provano single, sposati e fidanzati (donne incluse) nella convinzione che gli ormoni maschili migliorino le prestazioni sessuali. Dopo decenni, insomma, gli steroidi sono usciti dalle palestre. Ai consumatori tradizionali si affianca un pubblico nuovo e “laico” che non ha medaglie da inseguire, ma difficoltà di autostima da superare.
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GLI EFFETTI – Gli steroidi bruciano la massa grassa del corpo e aumentano quella magra. Sono diffusi anche tra i militari in missione all’estero:
«Bastano poche settimane. La massa grassa diminuisce a favore di quella muscolare» spiega Roberta Pacifici, che all’Istituto superiore di sanità dirige il reparto farmacodipendenza e doping. «L’assunzione si chiama “top-down”: si cresce gradualmente con le dosi, arrivando a un picco fino a 50 volte superiore all’uso terapeutico. Poi si cala e si trascorre un periodo di riposo per permettere al corpo di ripulirsi: è il “wash out”. Nessun fisico reggerebbe senza». Nell’uso di queste bombe che fanno esplodere muscoli, ma anche fegato, reni e cuore, i culturisti sono paradossalmente i più attrezzati. «Il consumatore ignorante che acquista su internet legge che non ci sono effetti collaterali e si abbandona al fai-da-te più sfrenato » spiega Marco Cosentino dell’università dell’Insubria, coautore di uno studio sui siti che vendono anabolizzanti. Che rivela: «Tra i nuovi consumatori ci sono moltissimi militari. Le basi in Iraq e Afghanistan compaiono di frequente fra gli indirizzi di consegna».
LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE – Tra gli effetti del doping ci sono variazioni dell’aggressività, della motivazione, della resistenza:
Il drogato di testosterone è disposto ad accettare effetti collaterali devastanti anche solo in nome degli effetti psicologici: aggressività, motivazione, resistenza alla fatica e aumento — sia pur limitato ai periodi di assunzione — del desiderio sessuale. Un questionario dell’università di Padova fra 3mila studenti veneti di medie e superiori ha rivelato che il 6,2% di chi faceva sport ha assunto sostanze dopanti e il 10,7% ha amici che “prendono qualcosa”. Ma i dati, basati su ammissioni spontanee, sono sicuramente sottostimati. Cristina Segura Garcia, psichiatra dell’università Magna Grecia di Catanzaro, ha guidato uno studio sulle motivazioni che spingono a gonfiarsi di muscoli e pasticche. «La passione smodata per l’esercizio fisico non è dissimile, dal punto di vista psichiatrico, da disturbi ossessivo-compulsivi e anoressia. Come una ragazza anoressica non si vede mai abbastanza magra, un ragazzo che va in palestra rischia di non vedersi mai troppo muscoloso».
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I RISCHI – L’abuso di steroidi può condurre anche alla morte improvvisa:
Ma gli steroidi possono anche uccidere, provocando insufficienza epatica, linfoma, infarto e perfino pulsioni suicide. Ma le indicazioni su quelli venduti online non citano nemmeno gli effetti collaterali “più lievi”: crescita del seno negli uomini e sua riduzione nelle donne, atrofia dei testicoli e carenza di spermatozoi (l’organismo smette di produrre testosterone se lo riceve dall’esterno), irregolarità mestruale, perdita di capelli nei maschi e crescita della barba nelle signore. La sovraeccitazione e l’aggressività, anche sessuale — caratteristiche della fase “top” — lasciano il passo in quella “down” a impotenza e fatica di vivere. «Spesso accade — spiega Pacifici — che dagli steroidi si passi al Viagra, agli ormoni femminili per contrastare la crescita del seno, ai sonniferi per ripristinare il ritmo veglia-sonno e alla cocaina per vincere la depressione, in un crescendo di medicinali di cui si perde facilmente il controllo». Come se poi gli steroidi non facessero abbastanza male da soli.
I BRUTTI SEGNALI – Un uso incontrollato degli steroidi può condurre a conseguenze gravi nel giro di pochi mesi. L’ittero può essere il primo segnale di un grave danneggiamento delle cellule:
«Nella mia carriera ho visto di tutto» commenta Giuseppe Lippi, responsabile della Diagnostica ematochimica dell’ospedale universitario di Parma. «Chi rispetta i tempi di wash out riesce ad andare avanti con gli steroidi anche 15 anni. Ma con un’assunzione continuativa è questione di mesi. Infarto, trombosi o necrosi epatica fulminante sono inevitabili». Poche settimane bastano perché gli effetti dannosi diventino cronici. «Il primo segno spesso è l’ittero, un colorito giallastro» spiega Emanuela Turillazzi, medico legale all’università di Foggia. «Vuol dire che le cellule del fegato hanno cominciato a danneggiarsi».
LE INDAGINI – Le ricerche dei Nas partono anche dal web, dove il mercato di sostanze dopanti è fiorente:
Del sequestro di steroidi in Italia si occupano soprattutto i Carabinieri dei Nas. «Le indagini — spiega il capitano Francesco Saggio, comandante del Reparto Analisi dei Nas di Roma — possono partire da informazioni confidenziali, da altri processi o dal monitoraggio dei siti web». Gli acquirenti online vengono intercettati, e da lì si fa partire un’indagine sul terreno. A fine febbraio i Nas di Ancona hanno sequestrato 95mila dosi di sostanze dopanti (uno dei più grandi quantitativi nel nostro paese) a un 62enne di Fano che si riforniva all’estero o su internet, poi miscelava gli steroidi nel suo laboratorio casalingo e li rivendeva con etichette false, simili a quelle di case farmaceutiche famose. All’uomo (un disoccupato) sono state sequestrate case e ville per 4,5 milioni. Massimo Montisci, medico legale dell’università di Padova, gli effetti degli steroidi li ha visti in prima persona sul tavolo autoptico su cui sono finiti 4 atleti negli ultimi anni: 3 culturisti e un ciclista, morto per un attacco di cuore uscendo dal dentista. «Il cuore si gonfia. Come le cellule degli altri muscoli, anche quelle cardiache aumentano di dimensione, ma senza far crescere la forza di contrazione. Spesso anzi muoiono e vengono sostituite da tessuto fibroso. E il danno resta permanente anche quando si interrompe l’assunzione. In caso di infarto, la morte viene spesso attribuita a cause naturali, ad esempio a un attacco di cuore di origine ignota». Se si apre un’inchiesta, i test antidoping possono essere svolti non solo sull’urina, ma anche su capelli, altri peli o unghie. «Sono reperti che possono segnalarci un doping vecchio di mesi, fino a un anno» spiega Montisci. «Ma gli atleti hanno imparato. È per questo che a volte li vediamo completamente depilati».
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