Google annuncia Sparrow, l’intelligenza artificiale contro l’intelligenza artificiale di ChatGPT

Mentre Microsoft confermava le notizie sull'investimento multi-miliardario su OpenAI, da Mountain View arriva il "prodotto" concorrente

24/01/2023 di Enzo Boldi

La reazione è stata immediata, ma solo dialetticamente perché il progetto era in cantiere da tempo. Così Google ha deciso di annunciare il suo progetto di chatbot basata sull’intelligenza artificiale per rispondere all’offensiva digitale lanciata da Microsoft che ha proseguito – anzi, intensificato – il suo investimento in OpenAI (la società che ha sviluppato ChatGPT). Non si tratta, almeno per il momento (perché con il passare del tempo si potrebbe procedere con un’implementazione) di LaMDA, ma di Sparrow. E le aspettative sono altissime, visto che il numero uno di DeepMind – la società che si occupa di AI nel gruppo Alphabet, società madre di Mountain View – ha definito questo progetto come superiore alla concorrente più diretta.

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Un modello che si autoalimenta con le fonti presenti nel web e che a differenza di ChatGPT le cita nelle risposta fornite alle richieste dell’utente. Questo è il principio alla base di Sparrow, come spiegato al Time da Demis Hassabis, il CEO di DeepMind. Una chatbot che sembra essere, almeno nelle intenzioni, più evoluta e più “affidabile” e che potrebbe essere lanciata – almeno nella versione beta – entro l’anno in corso. E dal sito ufficiale del progetto arriva già una conferma – almeno grafica – di come potrebbe funzionare il tutto.

Come si evince da questo esempio, le risposte alle domande sono sempre correlate a una fonte presente sul web da cui sono state riprese le indicazioni che hanno portato alla replica da parte della chatbot. Fonti non solamente citate con gli spezzoni di riferimento, ma anche con il link allegato per consentire all’utente di approfondire il tema su cui ha posto l’interrogativo.

Sparrow, la chatbot di Google anti-ChatGPT

Fonti e modelli di apprendimento che si fondano anche sui feedback da parte degli utenti. Per questo motivo il CEO di Deepmind ha sottolineato come il lavoro per lo sviluppo di questa chatbot basata sull’intelligenza artificiale sia ancora in divenire. Il confronto con le fonti della rete (a cui si arriva attraverso una ricerca che il sistema stesso fa utilizzando il motore di ricerca di Google) deve essere ancora migliorato. Soprattutto per quel che riguarda i paletti e i vincoli necessari per lo sviluppo:

«Per assicurarci che il comportamento del modello sia sicuro, dobbiamo vincolare il suo comportamento. E così, determiniamo un semplice insieme di regole iniziali per il modello, come “non fare affermazioni minacciose” e “non fare commenti odiosi o offensivi”. Forniamo anche regole su consigli potenzialmente dannosi e sul non affermare di essere una persona. Queste regole sono state introdotte partendo dal lavoro già esistente sui danni linguistici e consultando esperti. Chiediamo quindi ai nostri partecipanti allo studio di parlare con il nostro sistema, con l’obiettivo di indurlo a infrangere le regole. Queste conversazioni ci consentono quindi di addestrare un “modello di regole” separato che indica quando il comportamento di Sparrow infrange una qualsiasi delle regole».

Dunque, come dichiarato dalla stessa DeepMind, il lavoro è ancora in fieri. Ma le lancette corrono lungo l’orologio e l’offensiva di Microsoft e quel macro-investimento su OpenAI (A.K.A. ChatGPT) potrebbe portare a una repentina accelerazione. Basti pensare che l’annuncio di Sparrow è arrivato proprio nel momento in cui la chatbot rivale ha preso il sopravvento nella dialettica digitale. Anche se il progetto era già stato avviato diversi mesi fa.

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