Il Sole 24ore è il primo quotidiano per credibilità secondo Reuters Institute
Il Digital News Report - alla decima edizione - premia la qualità dell'informazione online del giornale, che arriva sul podio dietro Ansa e SkyTG24
06/04/2022 di Martina Maria Mancassola
Secondo il «Digital News Report» del Reuters Institute dell’Università di Oxford – giunto alla decima edizione -, Il Sole 24ore è il primo quotidiano per credibilità da parte dei lettori italiani. Ansa è al primo posto dell’indice di fiducia, seguita da Sky TG24 e dal Sole 24 Ore. Seguono TGLa7, il Corriere della Sera e i giornali locali.
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Il Sole 24ore primo quotidiano secondo Reuters Institute per la qualità della sua informazione
Il report del Reuters Institute è stato curato da Amy Ross Arguedas, Sumitra Badrinathan, Camila Mont’Alverne, Benjamin Toff, Richard Fletcher e dal direttore Rasmus Nielsen. «Trust in News Project» è il progetto di cui fa parte e, quest’anno, ha raggiunto la copertura di 46 mercati nazionali che rappresentano più della popolazione globale. La ricerca sull’Italia è molto interessante perché mostra come nel 2021 la fiducia dei cittadini italiani nei confronti dei media registri sia aumentata, «raggiungendo il 40%, con una quota del 47% rispetto alla credibilità nei mezzi di informazione che si utilizzano». Le informazioni di Google, invece, sarebbero meno credibili per gli utenti (32%), come anche quelle diffuse tramite i social (20%). Il rapporto individua anche le percentuali di chi paga abbonamenti per fruire delle notizie (13%) e di chi nell’ultimo mese ha ascoltato almeno un podcast (31%).
Non è la prima volta che l’attività del Sole 24Ore viene riconosciuta come meritevole e perciò certificata, grazie alla sua apprezzabile informazione digitale. Il «Trust Project» ora ne riconosce i processi di verifica e la precisa definizione delle diverse tipologie di contenuto. Ciò significa che i lettori italiani nutrono una profonda fiducia nel giornale con un grande apprezzamento anche dei nuovi formati digitali e linguaggi attraverso i quali l’informazione del Sole 24ore viene prodotta e distribuita. Secondo Rasmus Kleis Nielsen, i dati del Report di quest’anno mostrano come la situazione di emergenza pandemica abbia determinato quel vero e proprio «passaggio a un ambiente informativo sempre più digitale, mobile e dominato dalle piattaforme», che veniva da molto tempo documentato dall’istituto: «la pandemia di COVID-19 ha esacerbato alcune delle storiche debolezze del settore dei media italiano, contribuendo al calo dei ricavi complessivi, al calo dei lettori dei giornali e all’abbassamento degli standard editoriali adottati nel giornalismo. Le conseguenze della pandemia sembrano essere state meno gravi per le principali piattaforme online», scrive il dott. Alessio Cornia della Dublin City University.
Il Sole 24ore registra secondo il Report del 2021 una percentuale di credibilità degli utenti pari al 74%, collocandosi al primo posto nell’ambito dei giornali online, e subito dietro ANSA (82% di credibilità) e SkyTG24 (76%) per indice di fiducia.
Anche se il settore mediatico italiano è sempre stato caratterizzato da un settore televisivo forte e da un settore dei giornali invece debole e in calo, i ricavi pubblicitari online hanno superato per la prima volta nel 2019 quelli televisivi rappresentando ormai quasi la metà (49%) dei ricavi pubblicitari totali nel contesto dei media italiani. Per via della gravità dell’emergenza pandemica, i media italiani hanno aumentato lo spazio dato alla notizia e, tanto le testate televisive, quanto quelle online, hanno registrato un aumento importante della copertura dell’audience: «durante l’epidemia di marzo e aprile 2020, ad esempio, i telegiornali italiani in prima serata hanno ottenuto oltre il 50% di share, con un aumento di circa il 5% rispetto all’anno precedente».
L’ultimo anno ha rappresentato un’ulteriore spinta ai modelli di business di molti media tradizionali, ma ha anche fatto comprendere a «parti del pubblico l’importanza e il valore di notizie affidabili prodotte da testate giornalistiche indipendenti». Il Report del 2021 mostra come la necessità degli utenti di reperire informazioni affidabili sulla pandemia abbia avvantaggiato alcuni editori, tanto in termini di maggiore traffico, quanto di maggiore credibilità, fiducia, e più utenti abbonati paganti: «sebbene gli effetti siano irregolari, non si applicano a tutti marchi o in tutti i paesi, e potrebbero non durare dopo la fine della crisi, questi sono risultati positivi dal punto di vista degli editori».