In Italia sono poche le persone che usano i social network e la colpa è della copertura internet

In Italia siamo molto meno social di quanto potrebbe sembrare, con solo il 48% di partecipazione alle piattaforme dedicate all'interazione

20/09/2021 di Ilaria Roncone

Il “Regional yearbook 2021 edition” di Eurostat conferma che gli italiani sono gli ultimi in Europa per utilizzo dei social network. Il dato dipende dal fatto che sono troppe le zone del nostro paese che risentono di un ritardo nella connessione. La verità è che in Italia la qualità della connessione alla rete e la possibilità di navigare sono fortissimamente influenzati da dove si abita: un conto è abitare in città, un conto in montagna e ancora diverso in campagna. Ci sono differenze sostanziali anche tra regioni e, alla fine, il risultato è che in termini di social network in Italia non siamo così tanto impegnati a postare perché molti di noi non hanno una rete adatta.

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Ultimi in Europa per l’utilizzo di social network in Italia

Il ritardo della connessione viene accusato soprattutto dove c’è solo la configurazione “in rame” che permette di navigare al massimo a 7 Mbps. Nonostante la percezione è che tutti abbiano i social, in Italia abbiamo meno possibilità di utilizzarli in determinate aree di quanta – per esempio – non ne abbiano i cittadini in Turchia. Il dato di partecipazione ai social network in Italia è del 48% contro una media europea che si attesta al 57%.

In particolare, in Europa si vede la differenza tra generazioni: il tasso di partecipazione in fascia 16-24 anni è dell’87% mentre in fascia 65-74 cala al 22%. Le persone adulte e anziane che utilizzano i social sono aumentate dal 2015 al 2020. Al primo posto in classifica troviamo l’Islanda, dove il tassi di partecipazione è altissimo: 94%. Secondo posto per la Norvegia e terzo per la Danimarca con, rispettivamente, l’88% e l’85% di partecipazione.

Il Sud e le isole tagliati fuori

Tra le tante mancanze che l’accesso a internet comporta – basti pensare al processo della digitalizzazione della pubblica amministrazione, dall’utilizzo dello Spid allo smart working – troviamo, seppure meno grave, il mancato accesso ai social network. A pagarne maggiormente le conseguenze sono le zone che Eurostat definisce «regioni prevalentemente rurali o ultraperiferiche» che in Italia sono al Sud e sulle isole, certo, ma anche in qui paesini di montagna e in aperta campagna – zone che, insomma, si trovano sparse lungo tutta la penisola -.

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