Lo smishing che in Valtellina è costato 19mila euro a una donna caduta nella truffa

Il messaggio via sms, il click sul link e l'inserimento dei dati del proprio conto

09/03/2021 di Gianmichele Laino

Non smetteremo mai di parlarvi del phishing o dello smishing, fino a quando casi come quello avvenuto a una donna in Valtellina – e denunciato con una nota ufficiale dalla Questura di Sondrio – continueranno a riguardare una parte significativa di popolazione italiana. Magari la truffa una tantum emerge agli onori delle cronache perché i casi sono eclatanti (qui si parla di una perdita da 19mila euro, ad esempio), ma in Italia si verificano centinaia di casi al giorno di tentativi di sfruttare una educazione digitale ancora troppo carente, nonostante internet, nonostante l’informazione a portata di click. 

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Smishing in Valtellina, la truffa da 19mila euro

Il phishing è quella pratica in base alla quale si inviano delle mail – che hanno l’aspetto di una mail aziendale – per convincere i destinatari a inserire i propri dati personali in un form a cui si arriva cliccando su un link. Esattamente quello che è successo a una donna in Valtellina che, tuttavia, non ha ricevuto la comunicazione via mail, ma via sms.

Il truffatore ha simulato un messaggio da parte dell’istituto di credito della vittima che ha cliccato sul link proposto dal messaggio ricevuto sul cellulare e ha anche inserito i dati del proprio conto corrente bancario. Il risultato è stato che, in poco tempo, il suo deposito è stato azzerato: i truffatori erano riusciti ad avere accesso alla significativa somma di 19mila euro. La Questura di Sondrio, a quanto pare, ha raccolto molteplici segnalazioni di fenomeni del genere, tanto che si è sentita in dovere di diffondere una nota per spiegare la pericolosità delle truffe informatiche: si chiede ai cittadini di verificare l’autenticità del messaggio ricevuto via sms (lo smishing è la versione via sms del phishing, appunto) prima di proseguire con qualsiasi operazione.

Il livello di consapevolezza della popolazione italiana su truffe di questo tipo si misura, oltre che dai vari casi di cronaca, anche dal dibattito pubblico sul tema: qualche mese fa, il noto giornalista di Repubblica Corrado Augias ha raccontato la sua esperienza di potenziale vittima di phishing, ma lo aveva fatto in maniera del tutto inconsapevole. Tanto da confondere il tentativo di truffa con una inadeguata comunicazione da parte dell’azienda.

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