Cos’è Smask, la piattaforma che vuole smascherare Salvini sui social

Il progetto è nato da qualche settimana, ha un codice etico e un bersaglio preciso

01/12/2020 di Gianmichele Laino

Una comunicazione social piuttosto aggressiva. È la cifra stilistica di Matteo Salvini e del suo team che gestisce tutta la sua campagna: a partire dagli eventi in presenza, fino ad arrivare al suo modo di porsi sui vari social network. Da Facebook, a Twitter, passando per Instagram e TikTok. Tuttavia, ci è capitato spesso di constatarlo con mano, questo tipo di comunicazione ha un’influenza non propriamente positiva sugli utenti dei social network: spesso scatena odio online, spesso si rende complice della diffusione di notizie che non sono state preventivamente verificate. A tutto questo cerca di dare risposte Smask.

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Cos’è Smask

Una piovra nera nascosta dietro a una maschera bianca. Il logo di Smask rivela molto rispetto al pericolo che una comunicazione spregiudicata sui social network spesso può causare sia per gli utenti, sia per l’opinione pubblica in generale che – vista la potenza dei nuovi media – è quasi costretta a inseguirla e a darle ulteriore visibilità. Per questo motivo Smask si propone di segnalare i contenuti della cosiddetta Bestia di Salvini, il sistema messo in piedi dal suo team di comunicazione e che è stato parte integrante della sua ascesa negli ultimi anni, fino a farlo diventare uno dei protagonisti della scena politica italiana, ministro dell’Interno per un anno.

L’obiettivo è quello di raccogliere segnalazioni su questa tipologia di utilizzo dei social network, quando la propaganda politica supera la realtà dei fatti, cercando di superare quella che viene definita «una capillare opera di manipolazione delle masse piazza per piazza».

Come funziona Smask

Smask risponde a dei precisi principi etici: non accetta segnalazioni che possano utilizzare contenuti lesivi della dignità delle persone, né contenuti violenti, turpiloquio o pornografia. Chiede ai suoi utenti di discutere a proposito del tema che la comunicazione di Matteo Salvini va di volta in volta ad affrontare, restando nel merito della questione e senza uscire fuori dal seminato. Ovviamente, non sono previsti contenuti pubblicitari e le citazioni da altre fonti devono avvenire solo tra virgolette, con richiamo all’originale.

Un forum alternativo, insomma, per creare una sorta di community che possa rispondere, con i fatti, a quello che una parte importante della politica italiana cerca di fare con i social network. Il team di Smask propone diversi temi (l’ultimo in ordine di tempo, ad esempio, è l’utilizzo delle mascherine da parte di Matteo Salvini) e apre, dopo una breve introduzione, la discussione. La stessa cosa viene fatta, poi, sulla sua community sui social network che sembra essere piuttosto in espansione (25mila followers su Facebook e quasi mille su Twitter). Si parte dal basso e si cerca di lottare contro la macchina organizzatissima della cosiddetta Bestia: forse si può chiamare resistenza virtuale.

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