Nel Regno Unito si vuole inserire il riconoscimento facciale per accedere ai siti per adulti
Il riconoscimento facciale servirebbe per garantire l'accesso solo a un pubblico maggiorenne, ma presente una serie di problematiche relative alla privacy
21/12/2023 di Redazione Giornalettismo
Si tratta di una proposta che porta la firma dell’Ofcom, autorità governativa delle telecomunicazioni britannica. In Inghilterra l’età media di accesso ai porno, come riferiscono diversi studi, è 13 anni. L’idea nasce proprio dal fatto che si vorrebbe puntare a tutelare i minori in questo senso (o almeno a provarci). La legge vuole che i minori fino ai 18 anni non abbiano la possibilità di accedere a contenuti pornografici e utilizzare il riconoscimento facciale sarebbe un modo per “pizzicare” i ragazzini che provano a farlo passando dalle caratteristiche del loro viso e dai dati biometrici. Tutto questo in un contesto in cui, a quanto pare, i metodi di parental control non si sono rivelati efficaci così come le autocertificazioni.
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Siti per adulti in Regno Unito: il controllo tramite telecamera frontale
La proposta dell’Ofcom sarebbe quella di sfruttare la fotocamera frontale dei dispositivi di cellulari e computer per verificare, tramite riconoscimento facciale, se la persona che sta provando ad accedere ha più di 18 anni. Questa idea è al vaglio insieme ad altre: il controllo obbligatorio della carta di identità, la verifica che quello stesso dispositivo abbia fatto accesso a siti di quel genere, il controllo sulle carte di credito e la creazione del cosiddetto “portafoglio di identità digitale”, come riporta anche Repubblica.
Allo stato attuale delle cose la consultazione prevede solo una serie di proposte e, in tal senso, non è stata presentata ancora nessuna legge dal governo in carica. Parlando con la BBC alcuni rappresentanti di Yoti, società informatica, hanno affermato che il riconoscimento facciale sicuro in questo ambito è possibile poiché «i dati vengono cancellati appena si capisce che ad usufruire della pornografia non è un minorenne». Lato privacy, la questione non è stata accolta bene dalle principali associazioni che tutelano la privacy nel Regno Unito e che parlano di «conseguenze catastrofiche».