Chiariamo un attimo un paio di cose sulla «settimana lavorativa di 4 giorni» in Nuova Zelanda

Visti i precedenti sul tema e visto l’entusiasmo che si sta diffondendo sui social network su questa notizia, è opportuno chiarire alcuni aspetti. C’è grande interesse per quanto detto dalla premier della Nuova Zelanda, Jacinta Ardern, in merito alla settimana lavorativa di 4 giorni nel suo Paese. Diversi organi di stampa la stanno presentando come una proposta fatta dal primo ministro, come uno studio del governo neozelandese, come uno strumento che possa incoraggiare i diritti dei lavoratori.

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Settimana lavorativa di 4 giorni in Nuova Zelanda?

Ma al momento non siamo ancora in questa fase. L’idea della settimana lavorativa di 4 giorni è soltanto, in questa fase, una suggestione che la premier Jacinta Ardern ha raccolto nel corso di una sua visita in una delle località turistiche più celebri della Nuova Zelanda, ovvero Rotorua, una serie di pareri da parte di cittadini comuni, datori di lavoro e lavoratori: «Ho sentito molte persone suggerire che dovremmo avere una settimana di lavoro di quattro giorni – ha detto Jacinta Ardern in un video su Facebook (si badi bene al contesto) -. Abbiamo appreso così tanto sul Covid e sulla flessibilità delle persone che lavorano da casa, potrebbe essere un buon modo per regolare la produttività».

Secondo Jacinta Ardern questa opzione potrebbe essere valida per incentivare il turismo interno, il vero problema della ripresa economica neozelandese dopo la crisi del coronavirus (gestita, tra l’altro, in maniera magistrale dal primo ministro e dal suo entourage). Secondo la Ardern, avendo più tempo a disposizione, le persone neozelandesi sarebbero maggiormente disposte a frequentare le località turistiche.

Settimana lavorativa di 4 giorni, il precedente in Finlandia

Non è una proposta organica, ma una riflessione a voce alta condivisa in un video su Facebook. Insomma, se dovessimo dar retta a tutte le cose che i nostri politici affermano sui loro canali social, in che mondo vivremmo in questo momento? Non avremmo le accise sulla benzina, ad esempio, avremmo tutti un reddito universale, saremmo addirittura usciti dall’euro e dall’Unione Europea. Ecco, al momento, l’idea della settimana lavorativa di 4 ore è poco più che una suggestione da social network.

Ricordiamo un entusiasmo analogo anche per lo stesso argomento applicato al governo finlandese di Sanna Marin. La giovane socialdemocratica, infatti, aveva lanciato questo slogan nel 2019, nel contesto di un dibattito interno al suo partito. Ma nel 2020, nel mese di gennaio, automaticamente veniva associata alla sua figura e al ruolo di premier che nel frattempo era arrivata a ricoprire. In Italia, la notizia passò come un provvedimento del governo finlandese. La stessa cosa, insomma, che rischia di succedere con Jacinta Ardern e la Nuova Zelanda.

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