Sergio Mattarella ricorda: «Per fare politica occorre studiare»

No all’approssimazione, sì alla preparazione. Sergio Mattarella ha incontrato al Quirinale una scolaresca delle medie e agli studenti ha spiegato quale è il vero ruolo di un politico e di come ci si debba preparare per affrontare una carriera all’interno dei palazzi in cui si prendono le decisioni che, poi, hanno riflesso sulla collettività. Si tratta di un approccio fatto di studi e dedizione, perché l’impreparazione mette a rischio i destini di milioni di cittadini.

La politica «è un’attività fortemente impegnativa, che richiede una dedizione alle volte completa perché – ha spiegato Sergio Mattarella – le scelte politiche in un grande Paese come l’Italia sono impegnative, complesse e non possono essere adottate in maniera approssimativa, senza approfondita preparazione e studio». Le parole del presidente della Repubblica sono state riprese da Ugo Magri su La Repubblica e indicano un’importante lezione per la classe dirigente del futuro che – specchiandosi in quella attuale – rischierebbe di sottovalutare l’importanza di un’adeguata formazione prime di intraprendere il cammino politico e istituzionale.

Sergio Mattarella chiede di studiare alla classe dirigente del futuro

Non è la prima volta che Sergio Mattarella torna a sottolineare questi concetti, in particolare quello delle decisioni «prese per sentito dire». Parole simili sono state pronunciate pubblicamente almeno tre volte nelle ultime due settimane. Una sottolineatura che lascia aperta qualsiasi riflessione e giudizio sull’atteggiamento di alcuni parlamentari e rappresentanti locali che si sono approcciati alla professione politica senza averne le basi.

Il presidente della Repubblica contrario alla ‘carriera politica’

Alcuni studenti hanno poi chiesto a Sergio Mattarella un suo pensiero sulla ‘carriera’ politica: «È un termine che mi piace poco – ha rivelato ai giovani il presidente della Repubblica -. Il mestiere deve essere quello che uno esercita nella vita normale, l’impegno politico può rappresentare al massimo una cosa in più, un impegno aggiuntivo a quella che è la propria dimensione nella vita sociale. Io, per esempio, ormai sono pensionato, ma la mia professione è insegnare diritto all’università».

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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