Il tweet definitivo per commentare la sconfitta di Trump alla Corte Suprema

La Corte ha chiuso la porta alla porta alla causa che chiedeva di bloccare la certificazione, già avvenuta, del voto in Pennsylvania. E Twitter non si è lasciato sfuggire l'occasione.

09/12/2020 di Redazione

Sconfitta per Trump alla Corte Suprema. Il presidente uscente ha infatti visto respingere dalla Corte l’ultimo tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni dello scorso 3 novembre vinte largamente da Joe Biden. I nove giudici hanno infatti negato all’unanimità possibilità di discussione alla causa presentata dal deputato repubblicano Mike Kelly che chiedeva di bloccare la certificazione del risultato in Pennsylvania, Stato vinto da Biden con 81.660 voti di vantaggio su Trump. Un no senza commenti e, in maniera alquanto insolita, senza eccezioni, che ha portato al tweet del profilo satirico God, che ha commentato così la decisione: “C’è solo una Corte più in alto dove Trump può andare adesso. E io sono più che pronto”.

LEGGI ANCHE > La destra prega per un secondo mandato di Trump, ma la risposta sui social è perfetta

La sconfitta per Trump alla Corte Suprema e le reazioni al tweet satirico

Questa sconfitta per Trump alla Corte Suprema è solo l’ultima di una sempre più lunga serie di pesanti ko nelle aule di tribunale di tutto il Paese. Al di fuori della bolla dei suoi sostenitori la campagna del presidente uscente per sovvertire il risultato è riconosciuta esattamente per quello che è: un tentativo, goffo e maldestro, ma decisamente eversivo di ribaltare la volontà popolare e farsi assegnare la vittoria con accuse di brogli dei quali, in oltre un mese, i vari Minion del presidente uscente non sono riusciti a presentare neanche un accenno di prova.

Oltretutto la sconfitta per Trump alla Corte Suprema arriva nel giorno in cui si chiude il periodo per certificare le elezioni nei vari Stati, il che significa che ovunque il risultato è stato certificato il Congresso non potrà in alcun modo intervenire, e gli unici Stati ancora da certificare sono California, Colorado, Hawaii e Idaho, nessuno dei quali è mai stato in bilico. Si avvicina quindi il 14, giorno nel quale i delegati si riuniranno per votare ufficialmente il presidente, con Biden che 306 voti, contro i 232 Trump, il cui tentativo di “rubare” delegati al legittimo vincitore sembra fallito. Anche per questo il tweet del profilo satirico God ha colpito nel segno, scatenando commenti brucianti contro il presidente uscente e il suo “golpe da operetta”, per restare in tema falliti colpi di Stato nei primi di dicembre.

Cosa resta dopo la sconfitta per Trump alla Corte Suprema

Dopo questa sconfitta per Trump alla Corte Suprema, i sostenitori di Trump si affidano però a un’ultima speranza: la causa presentata dall’Attorney General del Texas. Ken Paxton, contro Pennsylvania, Michigan, Georgia e Wisconsin. Un’azione legale senza precedenti, a cui nel corso della giornata si sarebbero aggiunte anche almeno Louisiana, Alabama, che chiede alla Corte Suprema di rimandare il meeting del 14 dicembre per permettere alle legislature dei 4 Stati, tutte a guida repubblicana, di nominare dei delegati che votino Trump invece di Biden, come da volere degli elettori.

Una causa che ha scatenato la reazione dei governatori e dei vertici istituzionali dei quattro Stati che hanno definito quella di Paxton, fedelissimo di Trump sotto indagine dell’Fbi per una serie di reati che comprendono la corruzione e l’abuso d’ufficio per favorire i propri finanziatori, un “attacco sconsiderato” alla democrazia americana. Gli esperti legali invece danno poche speranze di successo all’azione legale, che Paxton ha presentato direttamente alla Corte Suprema dopo la lunga serie di imbarazzanti sconfitte nelle corti di tutto il Paese di Giuliani e del suo clan nella speranza che la super maggioranza di giudici conservatori (6-3, tre de quali nominati proprio da Trump) possa in qualche modo bypassare la mancanza di argomenti reali e favorire il presidente uscente nel suo tentativo eversivo.

Share this article