In troppi servizi televisivi si scansionano green pass in bella vista
Questa tendenza si aggiunge a quella segnalata ieri su Twitter di diverse agenzie fotografiche che mettono a disposizione foto di QR Code
12/08/2021 di Gianmichele Laino
Continua il fenomeno, tutto italiano, della scansione green pass trasmessa in televisione o immortalata nelle immagini stock pubblicate sui giornali, sia cartacei, sia online. Già nella giornata di ieri, Matteo Flora – su Twitter – ha messo in evidenza come la Regione Toscana, in un annuncio legato alle misure successive all’introduzione del green pass, abbia utilizzato come immagine d’apertura un green pass valido che, scansionato con l’apposita app Verifica C19, restituisce nome, cognome e data di nascita della persona a cui quel QR Code è abbinato. Da quella notizia, sono poi scaturite diverse altre segnalazioni, come quella dell’agenzia fotografica Alamy che ha messo a disposizione di diverse testate (al prezzo dell’abbonamento mensile o del versamento una tantum per l’acquisto di foto) immagini con QR Code in bella vista.
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Scansione green pass anche nei servizi televisivi
Ma anche in televisione, le scansioni dei green pass non mancano. Per documentare, ad esempio, la confusione che circola tra gli esercenti sul controllo di patente e carta d’identità al momento dell’esibizione del green pass per consumare all’interno dei locali, Sky Tg 24 ha realizzato un servizio in cui si mostrano diverse immagini di copertura di esercenti (o di dipendenti degli stessi esercenti) che eseguono l’operazione di verifica del green pass.
In un servizio del 12 agosto, andato in onda nell’edizione mattutina del telegiornale di Sky, si mostra sia la scansione del QR Code del giornalista che ha firmato il servizio (e si vede anche la schermata successiva, con nome, cognome e data di nascita del giornalista di Sky), sia altre scansioni ad altri avventori (abbiamo raccolto un po’ di screenshot in bassa qualità di queste ultime immagini).
I pirati del green pass
Vale appena la pena ricordare che, dal momento che le inquadrature risultano essere piuttosto accurate e che è molto facile la lettura del QR Code da parte dell’app Verifica C19, queste immagini possono fornire degli spunti interessanti ai cosiddetti “pirati del green pass”, che non cercano altro che spunti concreti a cui agganciarsi per mettere in vendita – magari in chat su Telegram – dei falsi green pass.
È stato documentato da diverse testate e da diverse denunce su Twitter e su altri social network che esiste una domanda – che proviene principalmente da utenti no-vax – molto insistita di falsi QR Code e, per questo, i prezzi al mercato nero sono piuttosto significativi. Diffondere immagini del genere, quindi, non aiuta la lotta delle autorità competenti che – già nei giorni scorsi – hanno provveduto alla chiusura di 32 canali Telegram su cui avvenivano compravendite di falsi green pass.