I politici presi di mira dalla satira 2.0 di Saolini e la differenza con le “vere” fake news

L'attività di trolling è evidentemente dichiarata, a differenza di molte altre "bufale" che circolano in rete (e vengono cavalcate, a volte lanciate, dalla politica stessa)

24/10/2023 di Enzo Boldi

Il caso di Giorgia Meloni che ha querelato Gian Marco Saolini (che ora rischia il processo dopo la chiusura delle indagini) è il classico esempio di un paradosso. Un post social, a mo’ di meme, pubblicato da un chiaro ed evidente (oltre che molto noto nell’ambiente) trollatore professionista che mette la faccia e il nome all’interno di ogni sua “creazione” satirica, rischia di costare una condanna per diffamazione. Eppure in passato le cose erano andate in modo completamente differente, nonostante la sua attività social avesse – negli anni – colpito moltissimi altri esponenti politici. Di tutti gli schieramenti.

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Un trollaggio democratico, che non guarda in faccia praticamente nessuno e, come spiegato in un nostro precedente approfondimento sulla natura del “personaggio” Saolini, rappresenta ciò che che le persone vogliono sentirsi dire. Più o meno come quel che fa un politico professionista. Un esperimento social/sociale che va a colpire una moltitudine di soggetti che frequentano l’ecosistema digitale e poi trasferiscono nel mondo reale quel che trovano in rete. Questa è la satira 2.0 che, nel passato, ha raccolto tanti altri protagonisti. Anche se con sfaccettature differenti.

Saolini, i politici presi di mira e la satira 2.0

Giorgia Meloni è l’unica ad aver querelato Gian Marco Saolini per un post pubblicato il 14 aprile del 2020. Un’immagine (reale), una fotografia che lo immortala al fianco di una sorridente leader di Fratelli d’Italia (oggi Presidente del Consiglio). Il tutto accompagnato da un testo talmente paradossale dal non poter essere realmente preso sul serio.

Quindi: un personaggio famoso, molto in voga all’epoca (non come oggi, per il profilo istituzionale che ricopre) per le sue aperte contestazione al governo Conte per la gestione della prima e più complessa fase della pandemia Covid-19. Il tutto accompagnato dal “5G”, tecnologia che secondo i complottisti era stata utilizzata (sì, è stato detto anche questo) come veicolo per amplificare la portata del virus SARS-CoV-2. Paradosso satirico che non è piaciuto all’attuale Presidente del Consiglio.

Altri politici, invece, hanno deciso di lasciare correre libera la satira di Saolini, nonostante lui non abbia mai lesinato contenuti atti a colpire praticamente tutti gli schieramenti. Per esempio, Matteo Salvini è stato uno uno dei soggetti maggiormente citati, come nel meme sul nipote Parlamentare.

Paradosso. Come quello del capo dei Vigili del fuoco che spiega l’intervento per rimuovere uno striscione a Napoli contro l’allora Ministro dell’Interno. O come quando si “spacciò” per uno spacciatore che ringraziava sempre Salvini per aver chiuso i negozi di cannabis light. Ma ci sono anche altri esempi. Il PD, per molto tempo, è stato oggetto dei contenuti satirici di Gian Marco Saolini. Aveva creato il personaggio di Stefano De Trollis (nomen omen), Parlamentare del Partito Democratico che amava ostentare la sua “ricchezza” condita da auto di lusso e frasi contro i meno abbienti.

E, sempre rimanendo a “sinistra”, fu proprio Saolini a personificare un fondatore delle Sardine, pagato dalla Sinistra per organizzare il movimento e manifestare in tutta Italia.

E c’è stato spazio anche per il MoVimento 5 Stelle, con il “finto” scrutatore che svelava il complotto elettorale cospirato contro i pentastellati in Sardegna. Dunque, Saolini è andato a colpire tutto e tutti con la sua satira.

La differenza con le “vere” fake news

Leggendo fin qui, il lettore potrebbe chiedersi: e allora perché non parlate apertamente di fake news? Perché c’è una linea (seppur sottile) di demarcazione tra l’estremizzazione satirica del sentito popolare e le bufale che rischiano di provocare la diffusione di non-notizie (per non parlare di mere falsità) che mettono a rischio l’ordine pubblico (anche a livello di salute). Saolini fa parte di un’ampia scuderia di cavalli di razza del settore: da Ermes Maiolica al primo Maccio Capatonda, per arrivare a Maurizio Crozza.

Satira che estremizza alcuni punti focali (anche caratteriali) di determinati personaggi. E lo si fa andando a toccare quel “sentiment” popolare che troppo spesso basa il suo “credo” su credenze (perdonate la ripetizione) meramente idealistiche. Inoltre, questi personaggi indossano una “maschera”, ma il loro volto (e il loro nome ) è ampiamente riconoscibile. In alcuni casi anche noi di Giornalettismo abbiamo “debunkato” alcuni contenuti di Saolini, ma solo per l’eccessiva viralità che si stava trasformando in “credenza” popolare. Le fake news viaggiano su un altro livello e spesso è proprio la politica ad alimentarle: si parte dalla decontestualizzazione, si passa all’estremizzazioni di eventi che hanno un riflesso sulla vita social delle persone, fino ad arrivare a quelle bufale che mettono a rischio la salute delle persone (e in pandemia ne abbiamo incontrate molte). La satira 2.0 non è solo una metodologia, ma anche il mezzo con cui vengono diffusi i post che rappresentano dei veri e propri sketch (non a livello del compianto “Bagaglino”, per fare un esempio). Il “catigat ridendo mores” dell’antica Roma. Mentre la disinformazione è ben altro.

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