Sam Altman licenziato da OpenAI. Anzi no

La sfiducia del board dell'azienda, poi l'intervento di Microsoft

25/11/2023 di Redazione Giornalettismo

Il licenziamento di Sam Altman dal ruolo di CEO di OpenAI era stato il classico fulmine a ciel sereno. Per qualche ora, l’amministratore delegato dell’azienda che ha sviluppato e commercializzato ChatGPT è stato sfiduciato dal board della società, aprendo un ampio spazio di discussione interna ed esterna. Tuttavia, la reazione dei dipendenti di OpenAI – che avevano minacciato di lasciare l’azienda seguendo Altman – ha portato il board a cambiare idea. Si scherzava, dunque: Sam Altman è rimasto al suo posto.

Eppure, dopo ore di attesa su possibili ripensamenti, era arrivata la conferma: al suo posto era stato, infatti, nominato Emmett Shear (co-fondatore ed ex CEO di Twitch).

Sam Altman licenziato da OpenAI, ma aveva già un piede a Microsoft

L’intera vicenda ha dimostrato la forza del CEO di OpenAI. Altman, anche dopo il licenziamento e prima del reintegro al suo posto, aveva già trovato una nuova occupazione: era stato assunto da Microsoft per guidare il team che si occupa dello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Un caso? Non proprio. L’azienda di Redmond, infatti, ha investito oltre 10 miliardi di dollari (solo per quel che riguarda l’ultima tranche di un accordo che prosegue da tre anni) in OpenAI, proprio grazie alle sue relazioni privilegiate con l’ex CEO. Insieme ad Altman, Microsoft aveva ingaggiato anche il Presidente (e co-fondatore) dell’azienda di San Francisco – Greg Brockman – che si era dimesso in polemica con il board.

Una lettera dei dipendenti, che sarebbero stati accolti a braccia aperte dalla stessa Microsoft svuotando di fatto l’azienda che ha inventato ChatGPT, ha rimescolato le carte e ha contribuito a rimettere Altman al suo posto. Tuttavia, una riflessione va fatta.

Perché si è arrivati a questo? Le frizioni interne duravano da mesi. Nel cuore di OpenAI ci sono due diverse correnti. La prima, quella guidata da Altman, spinta dall’idea di commercializzare i prodotti AI sviluppati; la seconda, guidata dal direttore scientifico dell’azienda Ilya Sutskever, che avrebbe voluto una maggiore prudenza per analizzare tutti gli aspetti etici dell’intelligenza artificiale prima di immettere i prodotti sul mercato. Dunque, visioni completamente opposte: ora che sono emerse, vedremo che ruolo avranno nel futuro dell’azienda.

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