Salvini dice che l’aborto è diventato rimedio per stili di vita incivili e attacca le donne «non di Roma, né di Milano»

Un affondo così duro sui temi dei diritti civili ancora non era stato lanciato. Non si sa quale stagione comunicativa sia stata lanciata nella serata del 16 febbraio nell’assemblea che la Lega ha svolto a Roma per discutere dei problemi della Capitale. Fatto sta che registriamo le parole di Matteo Salvini su aborto e suo utilizzo all’interno della sanità pubblica. Ovviamente, demonizzando chi ricorre all’interruzione di gravidanza, in particolar modo se straniere. Le parole del leader del Carroccio fanno davvero correre un brivido lungo la schiena perché evocano una concezione dell’aborto che si allontana da qualsiasi suo principio di base: la soluzione a uno stile di vita incivile.

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Salvini su aborto: «Rimedio a stili di vita incivili»

E non è una frase desunta da un dibattito, ma proprio un virgolettato tratto dall’intervento dell’ex ministro dell’Interno al tavolo della Lega sulla Capitale: «Abbiamo avuto delle segnalazioni che alcune donne – né di Roma né di Milano – sono arrivate per la sesta volta al pronto soccorso di Milano per l’interruzione di gravidanza. Non è compito mio né dello Stato dare lezioni di morale, è giusto che sia la donna a scegliere per se stessa e per la propria vita, ma non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile».

Innanzitutto, Matteo Salvini identifica il recinto di questo presunto ‘stile di vita incivile’, parlando esplicitamente di donne «né di Roma, né di Milano». Un chiaro riferimento alle straniere. Già in passato, il leader della Lega aveva avuto da ridire sulle troppe gravidanze, ad esempio, delle donne rom che consentivano loro di usufruire di speciali agevolazioni qualora fossero state arrestate per reati di microcriminalità. Adesso, Matteo Salvini alza la posta e parla di stili di vita incivili.

Salvini su aborto e su ospedali come bancomat sanitari

Non solo, l’affondo è anche sul sistema sanitario: «Il pronto soccorso – ha detto – non è un bancomat sanitario per farsi gli affari propri senza pagare una lira. Alla terza volta che arrivi per abortire, paghi». L’aborto, insomma, come una specie di patente a punti, con tre possibilità massimo. Sono elementi che davvero sembrano sottovalutare in maniera evidente la delicatezza della tematica.

L’affondo, evidentemente, piace al mondo ultraconservatore, alla destra antiabortista, che subito ha avuto modo di apprezzare le parole di Matteo Salvini. Forte reazione, invece, dai diretti avversari politici, con Nicola Zingaretti che ha lanciato l’affondo: «Salvini la spara ogni giorno più grossa perché è in difficoltà. Con offese, teorie stravaganti e numeri a casaccio. Per fortuna nei pronto soccorso italiani non ascoltano le sue provocazioni. Giù le mani dalle donne. Giù le mani dalla sanità italiana». Tra i primi politici a intervenire nel dibattito, anche Beatrice Brignone di Possibile, che da sempre si batte per i diritti delle donne in termini di sanità e non solo: «Di fronte a consultori depotenziati, agli obiettori in aumento, alla mancanza di politiche per le famiglie, Salvini se la prende contro chi ricorre all’aborto: ignorando la legislazione in vigore, colpevolizzando le donne, negando il diritto di scelta». 

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