Inizia il Congresso sulle famiglie, e già l’aborto diventa «omicidio»

Il Congresso delle Famiglie a Verona è stato definito un ritorno al Medioevo, e la strega da mettere al rogo è già chiara a poche ore dall’inizio: la legge 194. «L’aborto è un omicidio, la legge 194 non aiuta» dice Massimo Gandolfini, leader del Family day, ma arriva il freno di Matteo Salvini: «Non si discute di revisione del divorzio, dell’aborto, della libertà di scelta di uomini e donne».

Congresso delle famiglie, la 194 aiuta l’omicidio ma «le conquiste sociali non si toccano»

È iniziato da poche ore, ma già sta sollevando polemiche, che si aggiungono a quelle precedenti. Il 3 giorni del Congresso delle Famiglie, che prende oggi il via a Verona, riporta in auge lotte e diritti che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Se all’apertura del congresso, è possibile dire con limpidezza che «l’aborto è un omicidio, la legge 194 non aiuta», figurarsi cosa verrà detto alla conclusione. Affermazioni che non sono piaciute ai rappresentanti del governo. Vincenzo Spadafora, parlamentare del M5S e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità ed ai Giovani, chiarisce che «quello di cui si discuterà a Verona non sarà mai nell’agenda di questo governo». Persino Matteo Salvini ha cercato di mettere un freno alle provocazioni, chiarendo che «le conquiste sociali non si toccano». «Non si discute di revisione del divorzio, dell’aborto, della libertà di scelta di uomini e donne» dice il vicepremier, cercando di deviare l’attenzione dalle dichiarazioni di Gandolfini, che chiaramente invece intendono riaprire la discussione su una vittoria, davvero sudata, delle donne. Per Salvini la tensione intorno all’evento e alle sue tematiche «è costruita ad arte» e chiarisce che lui arriverà sabato « a ribadire la libertà di scelta di tutti e per tutti, uomini e donne» perché al Congresso «si ragiona su come aiutare le famiglie italiane, mamme e papà coi bimbi e i nonni».

Il congresso delle famiglie è libertà di espressione?

 

A difesa della libertà di espressione invece si è schierato il giornalista Giuseppe Cruciani, che ha aperto il suo intervento dicendo «non sono uno di voi». La sua presenza quindi non è dovuta ad una comunione di ideali:«Non trovo giusto quello che è stato messo in atto da coloro che vorrebbero spegnere questo microfono: una vera campagna di criminalizzazione. Quindi sono qui. Ovunque vieteranno di esprimere il vostro pensiero, io sarò uno di voi». A favore della circolazione di idee anche il premier Giuseppe Conte, che ha dichiarato che non parteciperà «prima di tutto perché non sono stato invitato» ma, aggiunge in veste di professore «non ci deve spaventare il fatto che circolino delle idee. Aspettiamo di vedere che idee circoleranno e poi faremo le nostre valutazioni». La libertà di espressione è un diritto fondamentale e da tutelare, tanto quanto quello di non obbligare le donne a portare avanti una gravidanza o a dover ricorrere all’illegalità per l’aborto. A fare la differenza rispetto ad un normale scontro di visioni e ideali, è però quel patrocinio del ministro Fontana.

(credits immagine di copertina:  ANSA/FILIPPO VENEZIA)

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