Come Salvini è riuscito a usare anche il ricordo di Falcone per attaccare il governo

Se c’è una figura che riesce a unire tutta Italia – cattolici e laici, destra e sinistra, cittadini di ogni estrazione sociale e di ogni credo politico – è proprio quella di Giovanni Falcone, di cui oggi ricorre il 28° anniversario della morte. Per questo motivo, ogni esponente di ogni partito italiano, di tutte le istituzioni, di ogni associazione presente sul territorio, ha voluto esprimere il suo pensiero nel corso di quella che, universalmente, è conosciuta come giornata della legalità. Ma il ricordo di Matteo Salvini relativo a Giovanni Falcone è stato condito comunque da una coda di veleno nei confronti del governo e dell’attuale maggioranza.

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Salvini ricorda Falcone e critica il governo sulle carceri

Dopo aver ricordato Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta morti nella strage mafiosa di Capaci, Matteo Salvini ha speso una frase per lanciare una frecciata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e a tutti gli esponenti della maggioranza di governo in merito a una vicenda che ha alimentato il dibattito politico in questi giorni, ovvero la provvisoria scarcerazione – a causa dell’emergenza coronavirus – di alcuni detenuti più a rischio contagio, tra cui alcuni boss legati alla criminalità organizzata.

Su questo tema è stato consumato, in settimana, un dibattito parlamentare che ha messo ai voti due mozioni di sfiducia (in realtà, diametralmente opposte tra loro) contro il ministro della Giustizia Bonafede. La Lega lo ha attaccato perché lo ha individuato come principale responsabile della scarcerazione provvisoria di alcuni detenuti legati alla criminalità organizzata. Tuttavia, Bonafede – che ha anche ricordato come il governo abbia fatto rientrare proprio negli ultimi giorni questi stessi detenuti all’interno degli istituti di detenzione – ha sottolineato come la scarcerazione sia stata decisa, autonomamente, dalla magistratura che ha seguito un quadro normativo che, in situazioni di emergenza come quella da coronavirus, ha i suoi riferimenti addirittura nel codice Rocco del 1930.

«Per non dimenticare mai il loro sacrificio, per onorare la vita degli eroi che l’hanno persa per la libertà di tutti noi, ogni giorno ci guidi un principio – ha scritto Salvini, concludendo il suo post -: lotta alla mafia, sempre e dovunque, con qualsiasi mezzo. I mafiosi devono stare in galera, non uscirne come accaduto in queste settimane».

Proprio quest’ultima frase rappresenta il richiamo all’attualità dell’uomo politico di opposizione che, così facendo, utilizza una ricorrenza che unisce l’Italia per proporla in maniera divisiva. Una strategia legittima, ovviamente, ma sul cui buon gusto c’è molto da dire.

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