Matteo Salvini indagato (ancora una volta) per sequestro di persona

19/11/2019 di Enzo Boldi

Nuova tegola per il leader della Lega. Matteo Salvini indagato dalla procura di Agrigento per il caso della nave ong Open Arms. Le accuse contro l’ex ministro dell’Interno (che all’epoca dei fatti era il capo del Viminale) sono le stesse mosse contro di lui quando venne citato nell’ormai caso Diciotti. E l’iter che sarà seguito è lo stesso: entro due settimane il fascicolo – con le ipotesi di reato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio – sarà inviato dalla Sicilia al Tribunale dei ministri. Ora, però, sembra difficile un salvataggio da parte della giunta per le immunità e del Parlamento che, nel marzo scorso, votarono affinché gli fosse evitato il processo.

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L’episodio risale allo scorso mese di agosto, quando la crisi di governo era già stata avviata. Durante il turbinio di polemiche interne – nel bel mezzo delle accuse reciproche tra Movimento 5 Stelle e Lega – la nave Open Arms venne tenuta in balia del Mediterraneo a largo di Lampedusa con 164 persone a bordo, tutte salvate venti giorni prima dopo il naufragio della loro imbarcazione all’interno della zona Sar libica.

Salvini indagato per sequestro di persona

Venti giorni di attesa, sotto il sole cocente dell’estate. I migranti furono lasciati in condizioni folli per quasi tre settimane, prima dell’intervento del procuratore di Agrigento che forzò la mano della politica e ordinò lo sbarco di quegli esseri umani e il sequestro della nave Ong. «L’Autorità pubblica aveva consapevolezza della situazione d’urgenza e il dovere di porvi fine ordinando lo sbarco delle persone», aveva scritto la Procura in quel 20 agosto scorso. Il riferimento era, ovviamente, al capo del Viminale, poltrona occupata (ancora per pochi giorni) da Matteo Salvini. E lui, il 29 agosto, aveva già previsto tutto facendone propaganda.

Il caso Open Arms

Salvini indagato, ancora una volta. Il fascicolo, che contiene ipotesi di reato che vanno dal sequestro di persona all’omissione di atti d’ufficio, ricalca in buona parte il contenuto di quello inviato, lo scorso anno, al Tribunale dei Ministri per il caso Diciotti. Entro due settimane, come riporta La Repubblica, il tutto dovrà essere inviato al Tribunale dei ministri, prima di avviare l’iter parlamentare che sarà – quasi certamente – richiesto dalla Lega per chiedere l’immunità. La scorsa volta il senatore venne salvato dal voto del Movimento 5 Stelle. Adesso chissà.

(foto di copertina: ANSA/ELISABETTA BARACCHI)

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