Dalla TV ai Reel: fare nel modo giusto non è la sola cosa che conta

Spesso si pensa che il talento sia il solo ingrediente sufficiente a determinare il successo di un qualcosa: della vittoria a un concorso, del superamento di un esame universitario, della viralità di un Reel. Invece, in televisione, in università o nei social network sono tanti gli elementi di forma a determinare il successo della sostanza. In questo articolo vedremo quali attraverso l'esempio di Sabrina Conti, sui social @brin_up

01/04/2023 di Giorgia Giangrande

Quante volte ci capita di pensare che il raggiungimento di un successo da parte di qualcuno sia dovuto al suo talento, quante alla sua bella presenza e quante invece alla fortuna? In realtà, non c’è una risposta esatta: diversi elementi sono implicati nel percorso che ciascuno di noi compie per raggiungere un obiettivo e – spoiler – non tutti gli elementi si conoscono o sono palesi a obiettivo raggiunto. Questo vale da sempre, ovunque e a qualsiasi livello. All’università, nel lavoro e nei Reel di Instagram. In quest’ultimo caso, per esempio, è importante che il contenuto abbia delle caratteristiche uniche e originali, ma anche che si adegui agli standard della piattaforma, che abbia una breve durata, che le scritte vengano inserite da dentro l’app, che sia abbastanza catchy già dai primi secondi. Sabrina Conti – su Instagram @brin_up – sa bene tutto questo e, anche nel suo caso, sono diversi gli elementi che oggi le permettono di raggiungere migliaia di views sotto ai suoi video.

LEGGI ANCHE > «La realtà non è una pelle priva di rughe o pori»

Dal piccolo schermo della TV a quello mobile dello smartphone, l’esempio di Sabrina Conti

Debuttare in televisione vuol dire, ancora oggi, avere a che fare con copioni, scalette, indicazioni tecniche di regia, troupe, macchine da presa e tempi stringenti tra uno spazio e un altro. Farlo nel 2003 voleva dire che tutto questo rappresentava l’unica porta per arrivare al successo: non esistevano i social, la distanza tra i vip e la normal people era enorme e la società si basava su una profonda logica binaria. In questa direzione, ciò che oggi ci appare distante, un tempo era un’abitudine. Per dirne una, i concorsi di bellezza: Miss Italia, Veline, Miss Muretto. Per esempio, Sabrina Conti oggi è una beauty influencer certificata, una mamma e un’imprenditrice, ma proprio la vittoria di Miss Muretto segnò il suo esordio.

Da allora, i tempi sono cambiati, la società si è evoluta e le strade verso un successo di carattere pubblico possono partire dal proprio smartphone. Oggi, infatti, chiunque voglia dar voce ai propri pensieri può farlo liberamente e, con la spinta degli algoritmi, può arrivare ovunque voglia. Con competenza, talento e dedizione. Da qui, il desiderio di persone come Sabrina Conti di specializzarsi in qualcosa, di professionalizzare le proprie competenze, diventando – come nel suo caso – una make up artist e, poi, una beauty content creator.

Cosa vuol dire sentirsi a proprio agio in un social network?

Presidiare i social network con scopi lavorativi vuol dire due cose: svolgere un mestiere al momento incoraggiato anche dagli algoritmi stessi delle principali piattaforme; fare i conti con le conseguenze di tale spinta. Il che vuol dire accettare che un indefinito numero di persone possa giungere random sotto i propri contenuti e possa usare arrogarsi la libertà di sfogare gratuitamente le proprie frustrazioni. Il punto è che si tratta della stessa libertà di chi crea quei contenuti: i social network ambiscono a essere il luogo più democratico mai esistito e gli hater sono l’opposizione più ovvia.

Forse è per questo che a TikTok Sabrina Conti preferisca Instagram. Nel primo caso, Sabrina ritiene che sia un social in cui (le persone) «offendono troppo» e per questo non lo ama particolarmente. Ecco che ritorna il concetto di sentirsi a proprio agio in un social network, esattamente come funziona per i luoghi fisici. A partire da questo, infatti, diversi creator e influencer negli ultimi anni si sono battuti contro gli algoritmi e le logiche con cui vengono strutturati i feed rispetto al passato. Per esempio, attraverso la battaglia «Make Instagram / Instagram again» di un anno fa.

Qualità e rapporto con la propria community > > > algoritmo

Sulle modifiche grafiche e strutturali delle piattaforme che usiamo ogni giorno poco possiamo fare. Sono anni che chiediamo a Mark Zuckerberg di aggiungere il tasto «Cerca» tra chi ha visualizzato le nostre storie eppure lo stiamo aspettando. Quel che possiamo fare e, soprattutto, che i content creators possono fare è cercare di adattarsi al meglio alle nuove funzionalità, trasformandole in punti di forza. Instagram da quasi tre anni ormai sta spingendo i Reel e, allora, usare questo mezzo per farsi conoscere da chi non ci segue è un ottimo modo per crescere e accrescere il proprio seguito.

Una volta ottenuto quel seguito, poi, l’impegno sta tutto nel fidelizzare quelle persone: attraverso il racconto di sé nelle stories, con le risposte alle loro domande in Direct, con il riscontro nei commenti che contengono delle domande. Il lavoro del content creator non finisce con la pubblicazione di un post/reel, anzi, si può dire che da lì si inizia a lavorare.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da BRIN-UP 💄make-up artist💄 (@brin_up)

Un Reel di Sabrina Conti ha raggiunto quasi 220k views e, nei commenti, emerge tutto quel rapporto di prossimità e presenza nei confronti della sua community. A prova del fatto che, alla fine, ciò che premia, che vince e che conta sia il riscontro positivo di chi ti segue. I messaggi scritti privatamente. I complimenti per il proprio lavoro.

Share this article
TAGS