Il mondo fit dei social network dovrebbe essere maggiormente regolamentato?

Il punto di forza di un creator fitness è il senso di responsabilità e rimanere fedeli alla propria filosofia. Intervista a Tamargi79

25/03/2023 di Hilde Merini

All’anagrafe Ivan Emanuale Maraglione, per i social tamargi79. Content creator su Instagram dal 2018, dove ha costruito su due delle sue passioni – il fitness e la pasticceria – il suo spazio di espressione. Il mondo dei dolci e una visione della vita “healty” e sportiva sembrano universi paralleli destinati a non incontrarsi mai. Tamargi sulla sua pagina Instagram distrugge questo stereotipo, proponendo ormai da diversi anni ricette, consigli, trucchetti e racconti personali.  

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Intervista a tamargi79: la riflessione sul mondo del fitness e dei social media

La storia social di Ivan Emanuele inizia per caso, in maniera spontanea, come molte delle storie più interessanti. Prima del 2018 Instagram per lui era solo una piattaforma usata per rimanere in contatto con gli amici più cari, un approccio il suo totalmente da utente. Senza alcuna progettazione e inseguendo solamente l’istinto, inizia a condividere contenuti fit e food nel 2018 e trova subito un forte riscontro. Si forma una community e inizia la sua esplorazione di quello che chiama «un nuovo mondo», il mondo social. Da subito ne comprende «le potenzialità in termini di conoscenza, di attività economica vera e propria, di socialità. Mi si è aperto un mondo che in precedenza avevo limitato, trattando Instagram come una “chat room” con i miei amici».  

Un rapporto fortunatamente sempre rimasto sano e bilanciato, che vive con grande leggerezza e senza accusare mai il tipico “stress da performance social”. Il telefonino e le piattaforme per Tamargi sono un mezzo per condividere la sua visione del mondo, cercando di far convivere davanti la telecamera due delle sue anime: una che cerca di nascondersi e una che spinge per apparire. «Non sono io il fulcro della scena» ci spiega: lui non si sente “prodotto” ma semplice “tramite”. 

La sua fortuna è un profilo nato e cresciuto sulla passione e un atteggiamento vincente: «Non ho mai preparato un dolce pensando di creare un contenuto di successo, ma per il mio piacere e per il piacere di condividere la ricetta». E la sua utenza in questo l’ha ripagato, tant’è che la sua pagina ora conta una community da 138k followers«Io credo che i miei follower si aspettano quello che è la filosofia della mia pagina. Io propongo ricette semplici, per me buone, facili e fit. Io son sempre rimasto fedele». 

Ogni formato Instagram ha il suo contenuto ideale

Certo, dal 2018 ad oggi tante cose sono cambiate su Instagram. Prima di tutto, sono nati nuovi formati che hanno modificato il modo di fruire e creare i contenuti. «Io penso che ogni formato abbia fatto in modo che i contenuti si potessero plasmare su di esso» ci dice Tamargi «Per quanto riguarda la mia categoria i post IG erano da preferire perché permettevano di far vedere molto bene il prodotto, ed erano accompagnati da testo descrittivo. Le storie sono invece un modo molto diretto di comunicare, che permette di far vedere i passaggi della ricetta. Il Reel risulta ancora il più accattivante».  

Secondo lui in generale i contenuti si possono adattare bene a qualsiasi formato in base alle nostre esigenze comunicative; ma aggiunge una riflessione sul lavoro vero e proprio sulla piattaforma: «Quanto in questo rapporto tra contenuto e formato intervenga l’algoritmo, e quanto, tramite una sua predilezione nel favorire un certo tipo di contenuto, determini lo sviluppo del rapporto tra i due?». 

Di algoritmo si parla spesso, a volte forse anche a sproposito, ma è indubbio ormai il suo impatto sulla nostra vita e sulla vita stessa dei creator. Anche solo l’ombra minacciosa che proietta lo rende subito un fattore di influenza sulla creatività dei lavoratori del digitale. Su questo Ivan ha le idee chiare: l’algoritmo influenza e limita sicuramente la creatività. Modifica il modo di esprimersi, in una corsa alla tendenza che svaluta i lavori delle pagine.  

E ci tiene a sottolineare come «spesso l’algoritmo porta molti profili a deviare da quello che è il loro messaggio originale. Proprio per seguire quello che è favorito dall’algoritmo». Un esempio concreto? La valanga di contenuti fit-food a tema cioccolato, creati per inseguire le logiche di Instagram (che favorirebbe ricette di questo tipo) ma non rispettando spesso dei parametri nutrizionali adatti. In generale poi, l’algoritmo premia contenuti food-porn a discapito di contenuti di valore e informativi, portando molta confusione in un pubblico (quello italiano) digiuno da conoscenza nutrizionale.  

Nel mondo del fitness, la disinformazione è dietro l’angolo

«Una cosa che mi fa arrabbiare è che certi creatori di contenuti sfruttano questa cosa a loro vantaggio creando disinformazione»: l’utenza social spesso non ha gli strumenti per distinguere il valore di alcuni contenuti tema fit. Può quindi risultare davvero pericoloso reperire così tante informazioni nutrizionali con tanta facilità sui social. Bel fisico non vuol dire piatto ben bilanciato, e la nutrizione è troppo spesso sui social legata eccessivamente a fattori commerciali, commenta Tamargi. Perché ci ricorda che il problema non è mai il mezzo, ma l’utilizzo.  

A suo parere, dovrebbe tornare una forma di responsabilità da parte dei creator del settore, oltre che da parte delle piatteforme. In maniera provocatoria (o realista?) si chiede: potrebbero le piatteforme tornare a fare da filtro, a creare una forma di “sorveglianza” sui contenuti?  

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