Sabelli Fioretti e le ‘colpe’ di Totti per il costume indossato dalla figlia

Il noto giornalista, tifoso della Lazio, se la prende con l'ex capitano della Roma nella querelle contro Gente

27/08/2020 di Enzo Boldi

La (folle) teoria correva sul web fin dalle prime polemiche. Ora, però, compare anche tra le pagine di uno dei principali quotidiani italiani. Claudio Sabelli Fioretti, noto giornalista, ha voluto parlare del caso Gente e la copertina dedicata a Chanel, figlia di Francesco Totti. L’attenzione, però, non è stata sulla scelta deontologicamente sbagliata del settimanale – mettere in prima pagina le immagini di una 13enne con il fondoschiena in primo piano e il volto oscurato -, ma sul comportamento da padre dell’ex capitano della Roma. L’articolo è infarcito di tifo calcistico che svilisce un dibattito serio. Sabelli Fioretti, infatti, è un noto tifoso della Lazio e la sua passione calcistica trapela in ogni singola parola nel suo articolo.

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L’analisi stilistica del costume indossato da Chanel Totti è stata pubblicata sull’edizione de Il Fatto Quotidiano di ieri, mercoledì 26 maggio. Ne riportiamo alcuni estratti.

Non si può negare che il culetto dei bimbi non è un “Lato B”, come lo ha definito Francesco Totti, quello che sputò sull’avversario, ma un culetto, semplicemente un culetto, anzi, un culetto santo.

Che Sabelli Fioretti abbia poca simpatia per l’ex capitano e dirigente della Roma appare evidente. In tutto il pezzo, ogni volta che fa il nome di Totti, inserisce l’inciso «quello che sputò sull’avversario».

Sabelli Fioretti e le colpe di Totti per il costume della figlia

E poi prosegue:

Tra l’altro consentire alla bimbetta di esporlo all’aria, come ha fatto il papà, potrebbe essere dannoso, lo sconsiglio a tutti i papà del mondo perché potrebbe causare un raffreddore. Altro che sessualizzazione (sessualizzazione?) come ha detto Francesco Totti, quello che sputò sull’avversario. Per questo ci permettiamo di consigliare alla bimba Chanel la prossima volta, anche contro l’opinione del papà, di indossare lunghi mutandoni di lana che non espongano il suo culetto all’aria aperta e non perché i porcelloni italiani potrebbero essere portati a sessualizzare, ma perché i culetti scoperti sono inutili e pericolosi per la salute. E poco raffinato.

Insomma, invece di criticare e basta la scelta deontologicamente errata del settimanale Gente, Sabelli Fioretti sposta l’attenzione sul costume indossato dalla 13enne. Una strategia che abbiamo già visto galoppare imperante sui social, soprattutto quando – in ben più gravi episodi legati alla cronaca – si dà la colpa alla donna per un vestito provocante.

Quello che sputò all’avversario

L’articolo si conclude facendo ironia sulla scelta del nome per la figlia fatta da Totti e Ilary Blasi e con l’invito alla direttrice Monica Mosca a non pubblicare – comunque – foto simili. Ma il tutto condito dall’ironia con quella sottolineatura perpetua, a mo’ di ossessione: «Quello che sputò sull’avversario». Giustizialismo alla stato puro: nella vita si possono commettere errori, ma questo non vuol dire che se si subisce un’angheria non si possa legittimamente protestare. Essere accecati dal tifo calcistico nella costruzione di un articolo è deontologicamente sbagliato, così come pubblicare in prima pagina le foto del fondoschiena di una tredicenne.

(foto di copertina: da Otto e Mezzo, La7 + Il Fatto Quotidiano del 26 agosto 2020)

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