Direttiva sulla Gig Economy, quando un lavoratore non è più autonomo ma dipendente?
In quali casi, una volta recepita la direttiva, si potrà parlare di lavoratori della Gig Economy dipendenti e - nello specifico - di rider dipendente?
14/12/2023 di Ilaria Roncone
Il punto dell’accordo trovato da Consiglio e Parlamento europeo dopo i negoziati è chiaro: garantire, una volta che gli Stati avranno recepito la direttiva, che i lavoratori della Gig Economy (tanti dei quali mediati dalle piattaforme digitali) non possano essere considerati finti autonomi. Si pensi che, se parliamo solo dei rider, in Europa se ne contano 5,5 milioni e – di questi – 700 mila sono in Italia secondo una serie di stime. Tutti lavoratori che, pur tenendo un rapporto continuativo con aziende o piattaforme digitali, non vengono riconosciuti come dipendenti e non godono di tutti i diritti annessi (dalle ferie alla malattia, dai congedi pagati alla possibilità di avere la disoccupazione se si perde il lavoro). In quali casi si potrà parlare di lavoratori e rider dipendenti?
Con la direttiva esisterà una presunzione legale di rapporto di lavoro che prevede specifici indicatori che determinano se una piattaforma può essere qualificata come datore di lavoro in quello specifico caso. Si tratta, in totale, di cinque indicatori e la piattaforma assume il ruolo di datore di lavoro (e il lavoratore di dipendente, conseguentemente) quando vengono soddisfatti due di questi cinque punti. Vediamo, nello specifico, di che punti si tratta partendo dal presupposto che sia piattaforma che lavoratore possono contestare la presunzione andando a fornire le prove che sia corretto definire una persona o una determinata categoria di persone che lavora tramite un’applicazione come lavoratore/i autonomo/i.
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Lavoratori e rider dipendenti: in quali casi?
Secondo la direttiva che gli Stati membri hanno due anni per recepire, un rider – e, più in generale, colui che lavora con l’intermediazioni di una piattaforma – non sarà più considerato autonomo rispetto alla prestazione fornita se almeno due delle cinque condizioni che andremo a elencare caratterizzeranno quel rapporto. Agli Stati membri, tra le altre cose, verrà data la possibilità di aggiungere altri indicatori oltre questi cinque.
Un lavoratore verrà considerato dipendente se almeno due su cinque tra queste affermazioni saranno vere:
- se c’è un tetto massimo posto alla quantità di denaro che può guadagnare;
- se c’è supervisione delle prestazioni del lavoratore (vale anche quella effettuata per via digitale, ovvero tramite algoritmi e intelligenza artificiale);
- se viene esercitato controllo nella distribuzione e nell’assegnazione dei compiti;
- se viene esercitato controllo delle condizioni di lavoro e se ci sono restrizioni nella scelta dell’orario di lavoro;
- se ci sono restrizioni alla libertà organizzativa del lavoro e regole imposte sull’abbigliamento o sul comportamento.