Molinari dice che ABC è un giornale serio e non un blog come quello che ha accusato la Lega sui fondi russi

Fa sempre sorridere quando si cerca di dimostrare che le accuse agli altri sono più gravi delle accuse fatte a noi stessi. Un po’ quello che ha fatto il deputato della Lega Riccardo Molinari questa mattina ad Agorà, commentando la storia dei presunti fondi venezuelani girati nel 2010 al Movimento 5 Stelle e raccontata dalla testata spagnola ABC. Il parlamentare del Carroccio, infatti, ha messo in evidenza come – secondo lui – questa vicenda sia fondamentalmente diversa dalle accuse arrivate nel 2019 alla Lega in merito alla presunta trattativa sui fondi russi portata alla luce da Buzzfeed (ma prima ancora lo aveva fatto L’Espresso).

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Riccardo Molinari e la differenza tra l’inchiesta sui presunti fondi venezuelani e quella sui presunti fondi russi

«Non è un blog come quello che ha accusato la Lega di aver preso fondi russi – ha detto Molinari – e grazie al quale M5S e i partiti del centrosinistra hanno costruito una campagna di delegittimazione nei confronti del nostro partito. Questo è un giornale della libera stampa spagnola, un giornale riconosciuto, con una fonte riconosciuta. Vedremo chi avrà ragione, io non lo posso sapere e non mi scaglio contro il M5S perché do il beneficio del dubbio».

Per Molinari, le accuse arrivate alla Lega su un presunto finanziamento che è stato quantificato ipoteticamente in 58 milioni di euro dalla stessa testata Buzzfeed sarebbero meno gravi perché non arrivate da un giornale «riconosciuto». Vale appena la pena ricordare che Buzzfeed non solo ha parlato genericamente della vicenda che aveva coinvolto il presidente dell’associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini e altre persone che insieme a lui avevano fatto un incontro all’Hotel Metropoli di Mosca, ma ha anche prodotto un audio che successivamente è stato oggetto di indagini da parte della magistratura.

Riccardo Molinari dimentica che sui presunti fondi russi aveva sviluppato un’inchiesta anche L’Espresso

Inoltre, occorre sottolineare che l’audio di Buzzfeed è arrivato il 10 luglio 2019, ma che il settimanale L’Espresso (vogliamo forse insinuare che si tratti di una testata che non fa parte della libera stampa italiana e che non sia riconosciuto?) aveva parlato dell’incontro del Metropol già nei mesi precedenti, a inizio anno, dopo che due suoi giornalisti avevano seguito le personalità vicine al Carroccio nei giorni di ottobre in cui era avvenuto l’incontro medesimo.

Perché dunque basarsi sul ‘prestigio’ di una testata per giudicare se un episodio può essere o meno verosimile? Non è questo il metro di giudizio – la differenza tra testata riconosciuta e blog, con l’omissione del fatto che anche L’Espresso si fosse occupato della questione – che dà valore a una notizia, ma la quantità di prove e di testimonianze che vengono raccolte e che vengono presentate al pubblico. Altrimenti, resta un noi contro di voi utile solo per qualche minuto di televisione.

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