La maestra d’asilo, il revenge porn nella chat del calcetto e il suo licenziamento

La causa è stata transata: processo per la preside e la mamma che le ha mostrato il video

17/11/2020 di Redazione

Anni e anni di battaglie per portare alla luce le violenze psicologiche del Revenge Porn. Poi arriva una legge su questa fattispecie di reato, con annesse pene e sanzioni. Insomma, un quadro molto chiaro che dovrebbe spingere tutti a denunciare chi commette queste condivisioni oscene che rovinano la vita delle persone. Eppure, nel 2020, ancora troviamo una preside che ha ben pensato di punire la vittima di questo atto criminale, licenziandola. È accaduto in provincia di Torino dove il caso del Revenge porn su maestra d’asilo ha rappresentato l’ennesimo caso di una concezione malata di un mondo in cui chi è vittima viene marchiata a fuoco.

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Purtroppo quella che arriva dal Piemonte è una triste storia, come le tante che abbiamo già raccontato nel passato e dove a pagare è sempre la vittima. La giovane maestra d’asilo e il suo ex fidanzato si sono frequentati per alcuni mesi. Lui ha girato un vito e scattato alcune foto durante i rapporti sessuali e, alla fine della loro relazione, li ha condivisi su una chat Whatsapp con il suo gruppo di calcetto. Il filmato arriva anche sotto gli occhi della moglie di uno dei componenti del gruppetto di calciatori dilettanti. E qui riconosce quella maestra d’asilo. Ma, invece di far scattare la solidarietà nei confronti di una donna vittima di Revenge Porn (e non parliamo di solidarietà femminile, ma di umanità) ecco che la donna decide di mostrare il tutto alla dirigente dell’asilo dove lavorava la giovane.

Revenge Porn su maestra d’asilo: se la vittima è doppiamente vittima

Nel frattempo la giovane vittima del Revenge Porn su maestra d’asilo denuncia il tutto ai Carabinieri, nonostante le minacce ricevute dall’ex fidanzato che ha messo in circolo quei video sulla chat Whatsapp. Ma questo non basta: in attesa del lungo processo, la donna è stata anche licenziata (con tanto di rivendicazione pubblica) dalla dirigente scolastica. Insomma, due volte vittima di una colpa mai compiuta.

Ricordiamo, infatti, che il Revenge Porn è un reato. Girare dei video intimi non lo è. Eppure in un’Italia sempre meno sveglia, è potuta accadere questa successione di eventi: maestre vittima e minacciata, mamma di un bambino che fa la spia e preside che invece di scegliere la parte giusta decide di licenziarla.

Cosa è accaduto

Per l’ex fidanzato sono stati disposti i servizi socialmente utili per un anno (aveva chiesto l’accesso alla ‘messa alla prova’, giuridicamente applicabile in caso di pena inferiore ai quattro anni). Per la direttrice scolastica e la mamma-moglie che hanno fatto la spia – esponendo la giovane maestra al pubblico ludibrio – è scattata la denuncia per diffamazione e ora finiranno a processo.

(foto di copertina: da Pexels)

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