L’interrogazione in Regione Lombardia per sapere se Briatore è stato ricoverato in un reparto non Covid
La notizia è emersa dall'indagine de L'Espresso, ma ora le opposizioni vogliono vederci chiaro
26/08/2020 di Gianmichele Laino
La notizia era stata diffusa dal sito de L’Espresso che, dopo aver battuto in esclusiva il ricovero di Flavio Briatore al San Raffaele di Milano a causa del coronavirus, ha anche sostenuto che l’imprenditore del Billionaire fosse stato sistemato nel cosiddetto ‘reparto solventi’ e non nel reparto covid dedicato dell’ospedale milanese. Per questo motivo, la notizia è diventato un caso in Regione Lombardia, con il consigliere regionale di Azione, Niccolò Carretta, che presenterà un’interrogazione in merito alla collocazione di Briatore nell’ospedale.
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Reparto Briatore, l’interrogazione di Azione in Lombardia
«Ovviamente – scrive sui social network – arriva anche una bella interrogazione per sapere se Briatore è (stato) davvero ricoverato in un reparto NON covid del San Raffaele nonostante tampone positivo. Gli auguro di rimettersi presto e di smetterla poi di raccontare fregnacce. Ma avere i soldi non ti mette sopra le parti. Le regole sono uguali per tutti».
A quanto pare, il reparto solventi sarebbe una sorta di area riservata a chi accede al San Raffaele versando una ulteriore quota rispetto alla prestazione sanitaria per la quale viene curato nella struttura privata. Com’è noto, tuttavia, i pazienti covid non possono entrare in contatto con altri pazienti, né possono essere collocati in qualsiasi reparto ospedaliero, in quanto bisognosi di cure specifiche e, soprattutto, di un isolamento che possa tutelare gli altri.
Reparto Briatore, perché potrebbe costituire un problema
Per questo, Niccolò Carretta ha deciso di intervenire: la questione non riguarda la prestazione sanitaria erogata a un privato cittadino, ma – se l’indiscrezione de L’Espresso fosse confermata (la rivista ha anche aggiunto che Briatore sarebbe stato ricoverato nello stesso reparto di Guido Bertolaso) – potrebbe rappresentare un motivo di interesse pubblico.