Il paradosso di Renzi che vuole trovare visibilità nel momento in cui la politica non detta l’agenda setting

C’è stato un momento emblematico ieri sera. Mentre tutta Italia era distratta dal Festival di Sanremo e i più apprensivi, invece, erano alla ricerca di notizie sul primo connazionale contagiato dal coronavirus, Italia Viva e Pd se le suonavano di santa ragione via social network sulla riforma della prescrizione. Il dibattito continua ad andare avanti anche questa mattina, con Matteo Renzi che va a farsi intervistare a Circo Massimo per ribadire quello che a tutti sembrava già chiaro: Italia Viva non voterà il lodo LeU alla riforma della prescrizione voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

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Renzi-prescrizione, il no di Italia Viva alla proposta del governo

Ma è lui stesso consapevole che i tempi non sono i migliori per trovare il posto al sole. È Matteo Renzi a elencare le priorità dell’Italia, ovvero l’emergenza coronavirus e le infrastrutture. Poi, c’è la grande arma di distrazione di massa di Sanremo 2020, ma questo è un altro paio di maniche ancora. La verità è che davvero non si comprende perché un partito come Italia Viva, in cerca disperata di consensi e di qualche percentuale in più, stia portando avanti adesso la sua battaglia di rottura.

La nuova prescrizione potrebbe essere un compromesso tra chi vorrebbe cancellarla per sempre (il Movimento 5 Stelle) e chi (come il Pd e LeU) è consapevole che questa mossa porterà a processi dalla durata infinita. Per questo il lodo Conte (dal nome di un deputato di Liberi e Uguali) potrebbe essere la via di mezzo, con la prescrizione che non si applica per le condanne, mentre può applicarsi per le assoluzioni in primo grado.

Renzi-prescrizione, le tempistiche sbagliate

Matteo Renzi non ci sta: «Il Parlamento deve scegliere tra la legge di Bonafede e Salvini e quella di Gentiloni e Orlando. Io sto con questi ultimi due. La novità di ieri è che il Pd si è schierato con il M5S. Non capisco perché il Pd non usi il risultato in Emilia-Romagna per imporre le proprie idee al Movimento». Con il voto contrario dei senatori di Italia Viva, la maggioranza sulla prescrizione non sarebbe tale. Con conseguenze inevitabili sulla tenuta del governo, anche se Matteo Renzi invita tutti a stare sereni (!).

Quello che stupisce è che di questo dibattito e di questa rottura, al momento, non si avverte proprio l’esigenza. E se la legge che Renzi non vuole votare in realtà non è la Salvini-Bonafede (al massimo, la Bonafede-LeU, che già suona in maniera molto diversa), Italia Viva dovrebbe trovarsi nella condizione di giustificare di fronte al proprio elettorato un voto conforme a quello di Forza Italia. A meno che il risultato sperato non sia proprio questo.

Ma tra le canzoni di Sanremo e l’esplosione del coronavirus nessuno sembra accorgersi di quel partito con il 4% che, per ragioni di calcolo non si sa quanto ben considerate, mina alla base il governo che il suo stesso leader ha fatto nascere.

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