Non c’è stato nessun attacco ransomware all’Agenzia delle Entrate

Ancora una volta la gang LockBit 3.0 ha fatto confusione rispetto a quanto accaduto

22/12/2022 di Gianmichele Laino

Come volevasi dimostrare. Ancora una volta LockBit 3.0 sembra avere dei problemi – non così da sottovalutare – con l’identificazione di enti e autorità italiane. Qualche giorno fa, la famosa gang di ransomware aveva annunciato la pubblicazione, prevista per la giornata di oggi 22 dicembre, di un gruppo decisamente nutrito di file riferibili all’Agenzia delle Entrate. Era scattato nuovamente l’allarme, come nel mese di luglio di quest’anno: anche in quella circostanza LockBit aveva annunciato un attacco all’agenzia fiscale della pubblica amministrazione. Tuttavia, in quel caso, Sogei – che gestisce i servizi digitali dell’Agenzia delle Entrate – aveva smentito l’attacco, chiarendo (come poi è risultato evidente al momento della pubblicazione dei dati) che il database violato nulla aveva a che fare con le Entrate.

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Ransomware all’Agenzia delle Entrate, ancora una volta un falso allarme

Anche questa volta si è trattato di un falso allarme. La pubblicazione dei dati – dopo l’annuncio di due giorni fa – era stata prevista per le 11 di questa mattina. Ancora una volta, però, si è potuto constatare che LockBit 3.0 aveva pubblicato dei dati che non riguardavano in alcun modo i contribuenti italiani. Il grande quantitativo di dati pubblicati, infatti, arriva da altri database privati.

Perché, allora, citare nuovamente l’Agenzia delle Entrate? LockBit non deve avere molta familiarità con le istituzioni italiane: visto che diversi file erano modelli F24 che riportano, per loro stessa natura, il logo dell’Agenzia delle Entrate, allora gli hacker hanno pensato che i file fossero di proprietà di quell’ente. Invece, in molti casi, erano modelli di proprietà dell’archivio di uno studio privato. A volte, anche le azioni informatiche vengono eseguite con superficialità e con faciloneria dai diretti interessati. Che la situazione non fosse preoccupante, comunque, l’aveva lasciato intendere anche Sogei, non curandosi di replicare alle notizie della presunta violazione di Agenzia delle Entrate che erano circolate – in verità in maniera molto prudente e tenendo ben presente il precedente non proprio felice – solo 48 ore fa.

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