Radio Padania ritira la domanda per il contributo pubblico

La scelta di ritirare la richiesta per ottenere il contributo statale è frutto della riunione dello staff di Radio Padania. «Salvini non c’entra» assicura l’editore Davide Franzini, «ci siamo riuniti e abbiamo deciso, abbiamo voluto evitare polemiche».

Radio Padania ritira la domanda per il contributo pubblico

Il contributo statale a Radio Padania è stato uno dei tanti motivi per cui Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono messi al tavolo per ingaggiare un braccio di ferro. Alla fine sembrava che Di Maio avesse ceduto: alla Radio, posizionatasi sedicesima in graduatoria, spettavano 70mila euro. Una mossa però politicamente ambigua, d parte del movimento che inneggiava i tagli all’editoria ma si era scordata delle emittenti locali, tra cui proprio la radio del partner di governo.

Per questo motivo si era creato uno stallo, in cui nessuna delle due parti sembrava decisa a cedere. Fino a questa notte, quando da Radio Padania è arrivato lo stop definitivo: troppe polemiche, troppe discussioni, meglio arrangiarsi. E così rinuncia alla somma ricalcolata di 115mila euro, che di certo avrebbero fatto comodo all’emittente dove Matteo Salvini aveva mosso i suoi passi prima come conduttore e poi come direttore. Al Mise però sono arrivate troppe lettere polemiche, e addirittura qualche paventato ricorso alla magistratura. Poi il polverone per la chiusura di Radio Radicale: erogare denaro a Radio Padania di certo non era una mossa astuta. E dopo il dietrofront, che l’editore assicura non essere stato suggerito dall’alto (vedi Matteo Salvini), il Mise pubblica a tempo record la lista dei 216 beneficiari dei contributi alle radio commerciali. Senza la radio padana.

(credits immagine di copertina: Facebook @radiopadanialiberafan)

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